RIETI - Ancora focolai accesi, oggi, sopra Antrodoco. Ma all'origine c'è una causa colposa: il responsabile, denunciato dai carabinieri forestali, voleva far...
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CARABINIERI FORESTALI
Su posto al fine di risalire alle cause del rogo, è intervenuto il personale dello locale Stazione Carabinieri Forestale di Antrodoco al quale, nella giornata di ieri, si aggiungeva quello della Stazione Carabinieri Forestale di Borgorose. Da subito era comunque apparso chiaro che non poteva trattarsi di cause naturali, ma bisognava capire se si fosse trattato di un incendio doloso o colposo. Grazie all’esperienza maturata negli anni e alla esatta conoscenza delle dinamiche degli incendi boschivi, attuando una metodologia scientifica denominata (mef) Metodo delle Evidenze Fisiche, i Carabinieri Forestali hanno determinato il punto di insorgenza dell’incendio, che portava gli investigatori al individuare il responsabile del fatto, poi deferito. Le indagini hanno comunque fatto escludere la natura dolosa e sono state ricondotte nell’ambito dell’incendio colposo: infatti si è potuto accertare la non volontarietà del gesto, riconducibile senza dubbi ad una “leggerezza”, di un fuoco accesso per far bollire i pomodori, sfuggito al controllo dell’autore e degenerato in un incendio boschivo.
IL FUOCO CONTINUA AD AVANZARE
Non si arrestano le fiamme, alimentate anche dal forte vento. Il fronte del fuoco è avanzato velocemente e ha raggiunto la scritta Dux che campeggia sul MonteGiano: forse è il caso dire campeggiava. Le fiamme, da quanto risulta a una prima verifica, hanno colpito due lettere mentre la sola "d" è stata raggiunta in modo parziale.
LA SCRITTA FASCISTA Fra le tracce del Ventennio fascista - in effetti - quella è tra le più vistose. Il colossale omaggio a Benito Mussolini risale al 1939 e venne sagomato sul territorio del comune di Antrodoco (Rieti) piantando sul Monte Giano 20mila abeti su una superficie di otto ettari (12 campi da rugby) dagli allievi della Scuola delle Guardie Forestale di Cittaducale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero