Rieti, usa il gas senza pagare ma la ricostruzione dei fatti risulta impossibile: assolto

Tribunale
RIETI - Non pagare la bolletta del gas per i servizi di erogazione ad uso domestico potrebbe sicuramente rappresentare un allettante risparmio nell’ambito del bilancio...

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RIETI - Non pagare la bolletta del gas per i servizi di erogazione ad uso domestico potrebbe sicuramente rappresentare un allettante risparmio nell’ambito del bilancio economico familiare, ma il rischio è di finire in tribunale. E’ quanto in sostanza accaduto ad un 53enne reatino chiamato a rispondere - davanti al giudice Auriemma - di furto aggravato e continuato in quanto scoperto, in seguito a querela, a rifornire abusivamente la propria abitazione di gas metano sottratto però alla rete pubblica. Un reato con una pena prevista anche piuttosto pesante (reclusione da due a sei anni e multa da 927 a 1.500 euro) dalla quale il reatino, assistito dagli avvocati Stefano Marrocco e Alessio Nicolò, si è dovuto difendere in tribunale, cogliendo l’assoluzione con la formula più ampia: «perché il fatto non sussiste».


LA SPIEGAZIONE
Per la procura reatina l’uomo - locatario di un appartamento del centro cittadino - avrebbe tratto profitto in maniera parassitaria e continuativa per circa sette anni grazie ad un allaccio abusivo che collegava la conduttura del gas privata a quella della rete pubblica, con un danno patrimoniale nei confronti di Eni gas power e Italgas. Secondo però quanto emerso in fase dibattimentale, anche alla luce della perizia dei tecnici incaricati, non è stato possibile risalire alla data di manomissione del gruppo di misura né a quella dell’allaccio fraudolento, ma soprattutto al responsabile che, materialmente con indubbie doti tecniche e manuali, realizzò l’allaccio, dato che il reatino si è sempre dichiarato estraneo agli addebiti della Procura in merito alla fornitura del gas.

E poi una serie di discordanze temporali: l’appartamento è stato occupato dal 53enne dal 2001 al 2008 mentre i fatti contestati considerano sei anni, dal 2004 quando vennero apposti i sigilli al contatore per morosità al 2010 anno della riattivazione. Circostanze anche sulle quali ha fatto leva la difesa per l’assoluzione del «risparmiatore».

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Il Messaggero