Rieti, il fornaio centenario e quella bottega che diede il pane alle truppe garibaldine

Il documento che attesta la consegna nel 1867 alle truppe garibaldine
RIETI - L’esercito dei volontari di Garibaldi si stava riorganizzando nella campagna romana dopo la fallita liberazione della Capitale, deciso a raggiungere Tivoli....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
RIETI - L’esercito dei volontari di Garibaldi si stava riorganizzando nella campagna romana dopo la fallita liberazione della Capitale, deciso a raggiungere Tivoli. Giornate lunghissime, culminate con lo scontro tra garibaldini e truppe pontificie a Mentana, e al rifornimento di viveri, del pane in particolare, provvedeva anche un antico forno di Poggio Moiano, quello gestito da Francesco Ioannilli. Quintali di pagnotte e filoni destinati agli uomini del generale, puntualmente pagati. Una storia che riemerge dal passato in occasione dei cento anni compiuti il 12 agosto dal figlio dello storico fornaio, anche lui di nome Francesco, ma da tutti conosciuto come Bruno, grazie a una ricevuta recuperata da Adriano De Cupis, studioso della vita di Garibaldi e depositario di un ricco archivio storico composto da cimeli, libri e documenti riguardanti il condottiero.


Il documento

Il documento (nella foto) è orgogliosamente esposto all’entrata del panificio Ioannilli, affacciato sulla Licinese all’entrata del paese, e la data riportata a mano con un pennino a inchiostro, che conferma l’avvenuta «consegna del pane destinato alle truppe garibaldine», è del 10 ottobre 1867, periodo in cui i volontari si trovavano nella Sabina romana. Una storia che domenica sarà rievocata, insieme a tanti altri momenti di vita del forno in attività dal diciottesimo secolo, durante una grande festa organizzata dai familiari del neo centenario all’hotel Graziella, dove l’intera comunità è stata invitata a condividere i festeggiamenti, e anche l’amministrazione comunale non mancherà allo spegnimento delle candeline. Il festeggiato non ha mai smesso di impastare il pane, arte appresa sin da ragazzino dal padre nella bottega aperta nella parte vecchia di Poggio Moiano, «solo quando è partito per la guerra in Africa a mandare avanti il lavoro ci ha pensato mia madre Peppinella», sottolinea il figlio Sergio, che insieme al fratello Elvio e a Caterina gestiscono il forno, meta di turisti e amanti di dolci, biscotti, crostate, pizze e, naturalmente, dei diversi tipi di pane sfornati quotidianamente. Attorno a Francesco Ioannilli si raduneranno generazioni intere, a partire dai fratelli, tutti ultraottuagenari e anche oltre, i figli, dodici nipoti e una schiera di pronipoti. E, non a caso, a qualcuno è stato imposto il nome di Francesco.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero