Il documento
Il documento (nella foto) è orgogliosamente esposto all’entrata del panificio Ioannilli, affacciato sulla Licinese all’entrata del paese, e la data riportata a mano con un pennino a inchiostro, che conferma l’avvenuta «consegna del pane destinato alle truppe garibaldine», è del 10 ottobre 1867, periodo in cui i volontari si trovavano nella Sabina romana. Una storia che domenica sarà rievocata, insieme a tanti altri momenti di vita del forno in attività dal diciottesimo secolo, durante una grande festa organizzata dai familiari del neo centenario all’hotel Graziella, dove l’intera comunità è stata invitata a condividere i festeggiamenti, e anche l’amministrazione comunale non mancherà allo spegnimento delle candeline. Il festeggiato non ha mai smesso di impastare il pane, arte appresa sin da ragazzino dal padre nella bottega aperta nella parte vecchia di Poggio Moiano, «solo quando è partito per la guerra in Africa a mandare avanti il lavoro ci ha pensato mia madre Peppinella», sottolinea il figlio Sergio, che insieme al fratello Elvio e a Caterina gestiscono il forno, meta di turisti e amanti di dolci, biscotti, crostate, pizze e, naturalmente, dei diversi tipi di pane sfornati quotidianamente. Attorno a Francesco Ioannilli si raduneranno generazioni intere, a partire dai fratelli, tutti ultraottuagenari e anche oltre, i figli, dodici nipoti e una schiera di pronipoti. E, non a caso, a qualcuno è stato imposto il nome di Francesco.
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