Fara Sabina, buco di bilancio: la minoranza incalza sugli aumenti

Davide Basilicata
FARA SABINA - Non ci sarà ancora il rendiconto di gestione...

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FARA SABINA - Non ci sarà ancora il rendiconto di gestione 2016, ma di bilancio si continuerà a parlare anche nel prossimo consiglio comunale in programma a Fara Sabina capoluogo per il 6 luglio. Nel prossimo consiglio, molte interpellanze e mozioni presentate da Fara bene comune e Movimento cinque stelle puntano proprio a chiedere chiarimenti e impegni al sindaco e alla maggioranza sulla serie di aumenti che, da settembre, si abbatteranno sulle famiglie farensi, conseguenti alla procedura di predissesto avviata per appianare il debito da 10 milioni di euro. I grillini hanno presentato una mozione con la quale «in questa fase in cui ai cittadini sono richiesti enormi sacrifici deve essere compito della politica dare l'esempio alla cittadinanza». Per questo i pentastellati propongono di impegnare il sindaco Basilicata (nella foto) e la giunta «a destinare almeno il 40% delle indennità ad un apposito fondo da destinare mensilmente a rotazione ad anziani, bambini, disabili, cittadini sottoposti a sfratto esecutivo e cittadini in grave difficoltà economica e associazioni benemerite in campo sociale». Fara bene comune ha invece proposto un ordine del giorno con il quale, sull'aumento delle rette dell'asilo nido, impegna l'assessore delegato e il sindaco a «rispettare l'impegno preso e a modificare le tariffe per l'iscrizione al nido ripristinando gli importi antecedenti e riducendo, nel caso non fosse possibile reperire fondi, le indennità del sindaco e della giunta». Sempre in tema di bilancio, Fara bene comune interpella il sindaco per sapere, tra le altre cose, «se il corretto conteggio fondo crediti di dubbia esigibilità fatto oggi anziché a gennaio 2015 abbia continuato a generare spese che in realtà il bilancio non poteva sostenere e se l'errato conteggio del fondo non abbia garantito ai precedenti bilanci consuntivi, 2014 e 2015, di creare e chiudere il consuntivo con un avanzo non veritiero, tra l'altro utilizzato ancora oggi per abbattere la somma da dilazionare in 30 anni».
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Il Messaggero