Casaprota, "Noi, uomini di Falcone": oggi il racconto del generale Pellegrini

Angiolo Pellegrini
CASAPROTA - Lasciato il lavoro ha scelto la tranquillità delle campagne di Casaprota, decidendo di andare a vivere nella frazione di Collelungo. Ma il ricordo di quegli anni...

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CASAPROTA - Lasciato il lavoro ha scelto la tranquillità delle campagne di Casaprota, decidendo di andare a vivere nella frazione di Collelungo. Ma il ricordo di quegli anni trascorsi nella sezione antimafia di Palermo, fianco al fianco con i giudici Falcone e Borsellino, è vivo nella mente e nel cuore del generale Angiolo Pellegrini (nella foto). Che ha deciso di trasporli in un romanzo. “Noi, gli uomini di Falcone”, è il titolo del libro del generale con Francesco Condoluci che verrà presentato oggi, 22 luglio, alle ore 18,30 al teatro Fausto Tozzi di Casaprota.


L’evento, organizzato dalla Pro Loco di Casaprota sarà coordinato da Giancarlo Cantonetti.



Secondo gli organizzatori il libro “è una testimonianza diretta di chi ha affiancato i giudici Falcone e Borsellino e il loro pool nella lotta alla mafia, infatti l’allora capitano Pellegrini fu il comandante della sezione Antimafia di Palermo e come uomo di fiducia del pool portò a compimento le più importanti indagini nei confronti Cosa Nostra”.

“Avendo tanta documentazione - ha raccontato il generale - ho voluto scrivere un romanzo che non vuole essere un saggio sulla mafia, ma una rilettura reale di quegli anni, dall’81 all’’85 quando ero a capo della sezione Antimafia dell’Arma dei carabinieri, oggi Anticrimine, che lavorava a stretto contatto con il pool di Falcone. Questo libro è il modo per ricordare tante vittime di cui non si parla mai”.

A Casaprota, oggi, porterà la sua testimonianza, i suoi ricordi, e la consapevolezza che tanto è stato fatto e tanto di più si poteva fare. “Di quegli anni ricordo - ha continuato Pellegrini - tanti episodi tristi. Un grande dolore nel perdere amici come il giudice Falcone con i quali avevo rapporti quotidiani, strettissimi. Rimane un grande amaro in bocca per quello che, al di là dell’esemplare sentenza del maxiprocesso, si poteva fare se non ci avessero messo i bastoni fra ruote. Sono stati anni di duro lavoro, di amarezze, difficoltà e di qualche soddisfazione morale”.


E oggi il generale li condividerà con la platea di Casaprota. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero