RIETI - Viavai di assuntori e tossicodipendenti nei boschetti della droga dove i magrebini gestiscono le piazze di spaccio “green” senza mai muoversi dal sito occupato...
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Numerosi, in questi giorni, i controlli effettuati dalle forze dell’ordine anche con personale in borghese e auto civetta. Oltre alla difficoltosa ricerca dei luoghi di stazionamento e bivacco, agenti e militari hanno effettuato servizi di pattugliamento e controllo in prossimità di vie e incroci – in ingresso e in uscita- per intercettare anche l’ampio palcoscenico di clienti e assuntori. Una clientela eterogenea composta da giovani padri di famiglia, insospettabili reatini, mamme, ma anche professionisti e ragazzi oltre ad assuntori abituali. La realtà dello spaccio “ecologico” tra i boschi ha trovato un consistente viavai di acquirenti, soprattutto nelle ore crepuscolari e serali ma anche di mattina presto. Non manca neanche chi si allontana per pochi minuti dal posto di lavoro per effettuare rapidamente una compravendita. I prezzi variano ma il costo di acquisto in genere è di 20 euro per una dose di cocaina e 10 per l’hashish. Ma i cosiddetti boschetti della droga sono attivi nel contesto di un’ampia area “extraperimetrale” rispetto alla città: Sant’Elia, Maglianello, Madonna del Passo, Castelfranco, Piedimoggio, il quartiere cittadino di Campomoro in luogo defilato e collinare, Rivodutri, Castel San Benedetto e altri sui quali indagano la Mobile, i carabinieri e la finanza. Si tratta i realtà di difficile gestione e controllo per gli investigatori per via del continuo “nomadismo” degli spacciatori e la disponibilità circostante di aree che permettono di dileguarsi rapidamente e di poter occultare le sostanze stupefacenti tra la vegetazione, anche a una certa distanza dai siti di bivacco, così da essere difficilmente individuabili e sequestrabili.
Inoltre, per creare un ampio accerchiamento delle zone di interesse si deve necessariamente disporre di un elevato numero di unità operative anche in considerazione dell’estrema rapidità con cui si muovono i giovani magrebini tra i boschi. Inoltre, scegliendo siti leggermente in altura e con una buona visuale della panoramica, riescono ad individuare con largo anticipo l’arrivo di persone o mezzi delle forze dell’ordine.
Per avere ulteriori garanzie di sicurezza gli spacciatori - dopo aver concordato telefonicamente con l’acquirente la compravendita di sostanze stupefacenti - indicano il luogo da percorrere e il punto esatto dove fermarsi, segnalato il più delle volte da sassi o alberi marcati con vernice. In questo modo il cliente sa dove attendere e lo spacciatore lo raggiunge rapidamente scendendo un po’ a valle rispetto alla sua postazione, solitamente composta da due persone e allestita con una tenda, fornello a gas, batterie per alimentare dispositivi elettronici e cibo in scatola. C’è chi fa spesa per loro: una sorta di “corrieri” che, dopo essere passati al supermercato, raggiungono i magrebini nei boschetti per consegnare le buste. Un servizio effettuato dietro pagamento o attraverso uno baratto; droga in cambio della spesa. Sistemi collaudati sui quali le forze dell’ordine indagano a 360 gradi.
Emanuele Faraone
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Il Messaggero