RIETI - Tanta voglia di ripartire soprattutto per chi, da una vita, è abituato a lavorare sempre, tutti i giorni tra i tavoli e in cucina nei giorni di festa e in quelli...
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Un’attività storica, da oltre 30 anni sul territorio e punto di riferimento nel Cicolano per l’amenità del luogo e la cucina tipica intorno ai cui tavoli si sono seduti da Renato Zero a Raul Bova, Claudio Baglioni, Flavio Insinna, il maestro Riccardo Cocciante o il campione, Gianni Rivera. Anche qui i venti di crisi dovuti al Coronavirus si fanno sentire in maniera pesante ed ora - anche per non passare il tempo con le mani in mano - Edoardo ed Emiliano Di Leginio, rispettivamente padre e figlio, titolari del ristorante, si danno da fare con grasse pennellate di flatting per il restyling delle capriate in legno della sala.
«Si avverte in maniera forte l’assenza delle istituzioni - spiega Edoardo Di Leginio - le tasse incombono e la liquidità di cassa non c’è. Tutto è ancora confuso e molto incerto». Difficoltà ulteriormente appesantite da una stagione ormai persa: «La nostra attività vive anche di un carattere fortemente stagionale – spiega Emiliano – legata al turismo. Inoltre sono saltate ben dieci cerimonie e andati in fumo più di 100mila euro in 30-40 giorni».
Al momento niente asporto: solo l’attesa del primo giugno con l’incognita dei protocolli anticontagio: «Le regole non sono ancora certe quindi rimaniamo in attesa - spiega il titolare - per valutare tempi e modi e sapere finalmente come muoverci e con che criteri operare».
E intanto ancora una pennellata per una sala pronta di nuovo ad accogliere clienti per stagioni migliori di quella in corso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero