Rieti, coronavirus: i tamponi previsti sono in ritardo e il ritorno al lavoro deve slittare

Giacomo Del Vescovo
RIETI - Coronavirus. È trascorso oltre un mese, (era il 18 marzo scorso) da quando Giacomo Del Vescovo (nella foto), il 23enne di Torri in Sabina, titolare di un forno e di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
RIETI - Coronavirus. È trascorso oltre un mese, (era il 18 marzo scorso) da quando Giacomo Del Vescovo (nella foto), il 23enne di Torri in Sabina, titolare di un forno e di un negozio di alimentari a Forano, portò a conoscenza la sua positività al test del coronavirus. Fu il primo tra i contagiati del Reatino a dichiarare apertamente di essere positivo al Covid-19. Ad oggi, la situazione vede Giacomo ancora in quarantena perché nel frattempo, una serie di ritardi nell’eseguire i tamponi e, soprattutto, nell’acquisire i risultati, non gli ha ancora permesso di lasciare l’abitazione dove resta in isolamento domiciliare. «Ho passato 15 giorni in isolamento - racconta Del Vescovo - e poi ulteriori quindici: un mese intero in casa. Ho ripetuto, seppur con alcuni giorni di ritardo rispetto a quando mi era stato detto in precedenza, il secondo tampone il 16 aprile. Solo oggi (ieri per chi legge ndr) ho avuto l’esito e fortunatamente sono negativo». La situazione non è però, ancora risolta perché il protocollo prevede un terzo e ultimo tampone. «Se tutto andrà bene come mi auguro - aggiunge Giacomo - solo dopo questo terzo tampone, del quale speriamo i tempi siano più brevi nella sua esecuzione e nella trasmissione dei risultati, potrò tornare a mettere il naso fuori da casa».


La situazione

Giacomo, che non ha sintomi e dice di sentirsi bene da settimane, spera che il tutto si risolva nel più breve tempo possibile. «Ci sono due attività da portare avanti - afferma il ragazzo di Torri in Sabina - un forno che produce pane, pizza e dolci e un negozio di alimentari. Con la famiglia abbiamo fatto di necessità virtù, tra la chiusura forzata e poi la ripresa che è ancora molto lenta, sopperendo alla mia assenza forzata, lavorando giorno e notte. Ma ora c’è bisogno anche di me. Voglio sapere se sono guarito, dal momento che non ho sintomi e mi sento bene ma questo, dopo la positività, deve essere giustamente certificato. E poi se e quando posso tornare a lavorare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero