Rieti, coronavirus: i tamponi previsti
sono in ritardo e il ritorno al lavoro deve slittare

Giacomo Del Vescovo
di Samuele Annibaldi
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Mercoledì 22 Aprile 2020, 01:29 - Ultimo aggiornamento: 14:16
RIETI - Coronavirus. È trascorso oltre un mese, (era il 18 marzo scorso) da quando Giacomo Del Vescovo (nella foto), il 23enne di Torri in Sabina, titolare di un forno e di un negozio di alimentari a Forano, portò a conoscenza la sua positività al test del coronavirus. Fu il primo tra i contagiati del Reatino a dichiarare apertamente di essere positivo al Covid-19. Ad oggi, la situazione vede Giacomo ancora in quarantena perché nel frattempo, una serie di ritardi nell’eseguire i tamponi e, soprattutto, nell’acquisire i risultati, non gli ha ancora permesso di lasciare l’abitazione dove resta in isolamento domiciliare. «Ho passato 15 giorni in isolamento - racconta Del Vescovo - e poi ulteriori quindici: un mese intero in casa. Ho ripetuto, seppur con alcuni giorni di ritardo rispetto a quando mi era stato detto in precedenza, il secondo tampone il 16 aprile. Solo oggi (ieri per chi legge ndr) ho avuto l’esito e fortunatamente sono negativo». La situazione non è però, ancora risolta perché il protocollo prevede un terzo e ultimo tampone. «Se tutto andrà bene come mi auguro - aggiunge Giacomo - solo dopo questo terzo tampone, del quale speriamo i tempi siano più brevi nella sua esecuzione e nella trasmissione dei risultati, potrò tornare a mettere il naso fuori da casa».

La situazione
Giacomo, che non ha sintomi e dice di sentirsi bene da settimane, spera che il tutto si risolva nel più breve tempo possibile. «Ci sono due attività da portare avanti - afferma il ragazzo di Torri in Sabina - un forno che produce pane, pizza e dolci e un negozio di alimentari. Con la famiglia abbiamo fatto di necessità virtù, tra la chiusura forzata e poi la ripresa che è ancora molto lenta, sopperendo alla mia assenza forzata, lavorando giorno e notte. Ma ora c’è bisogno anche di me. Voglio sapere se sono guarito, dal momento che non ho sintomi e mi sento bene ma questo, dopo la positività, deve essere giustamente certificato. E poi se e quando posso tornare a lavorare».
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