Coronavirus, cure riabilitative, "Parkinson Rieti-Odv" chiede rassicurazioni alla Asl

Coronavirus, cure riabilitative, "Parkinson Rieti-Odv" chiede rassicurazioni alla Asl
RIETI - La pandemia di covid-19 ha comportato la sospensione delle cure riabilitative a favore di tutta la cittadinanza causando un grave disagio e penalizzando fortemente tutte...

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RIETI - La pandemia di covid-19 ha comportato la sospensione delle cure riabilitative a favore di tutta la cittadinanza causando un grave disagio e penalizzando fortemente tutte quelle persone costrette a convivere con patologie croniche. Lo sottolinea in una nota l'associazione "Parkinson Rieti - Odv".


«La sfida all’epidemia del coronavirus è stata comunque vissuta con la certezza della ripresa delle cure. Speriamo che sarà così ma le notizie che circolano nei giornali locali non appaiono concordanti. Come associazione a tutela dei diritti dei malati di Parkinson che dipendono fortemente dal servizio di fisiokinesiterapia e, in particolare, dall’attività fisioterapica e logopedica della Uoc di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Ospedale San Camillo de Lellis, vorremmo avere chiarimenti sulle modalità della riorganizzazione che si sta prospettando auspicando un possibile confronto per portare il proprio contributo fatto di un’esperienza quotidiana delle criticità e delle esigenze del malato di Parkinson».

«L’augurio è ovviamente che tutto ciò sia possibile e che eventuali scelte fatte dalla direzione aziendale non abbiano a ripercuotersi negativamente sull’efficacia di un servizio fino ad ora ampiamente apprezzato tanto da essere da richiamo anche per utenti esterni disposti ad attendere in lista di attesa, liste di attesa che non vorremmo vedere svuotate in futuro causa l’eliminazione del servizio stesso».

«Vogliamo infine sperare che le persone anziane in genere, quelle che convivono con malattie neurodegenerative, i cittadini della provincia di Rieti non debbano vivere un ulteriore ridimensionamento della sanità locale che può solo aumentare la sfiducia dei residenti già spesso costretti a ricorrere a regioni limitrofe, con le difficoltà susseguenti, o a strutture sanitarie private, anche se in convenzione, con notevole incidenza nel bilancio familiare e della Regione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero