Rieti, coronavirus: comunioni e cresime, parroci e famiglie ipotizzano il posticipo

Prima Comunione
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RIETI - Coronavirus: prime comunioni e cresime programmate per la primavera, anche parroci e famiglie vedono la soluzione più probabile nel rinvio, magari in autunno. In attesa di una decisione, l'orientamento sembra essere questo.

Maggio, mese tradizionalmente dedicato alle celebrazioni di prime comunioni e cresime, è alle porte e ci si domanda se, nella Diocesi reatina, sarà possibile rispettare il programma. Probabilmente si sceglierà di seguire la strada già tracciata, da nord a sud Italia, dello slittamento a dopo l’estate. E servirà anche una riprogrammazione del catechismo, per consentire la giusta preparazione di bambini e ragazzi. A questo pensa don Zdenek Kopriva, parroco di Vazia: «Avevamo le comunioni la seconda domenica di maggio e la preparazione era ancora in corso - ricorda. - È necessario che il cammino sia completo, non è che finisce il Covid e poi si fanno subito le cerimonie. Diversi fedeli ci hanno chiesto cosa fare. A tutti abbiamo detto di aspettare, perché non sappiamo cosa succederà. Per il momento, fin quando non riapriranno le chiese, è tutto rimandato».

Le iniziative

In attesa di novità, le parrocchie si sono rimboccate le maniche provando, con ogni mezzo, a tenere unite le comunità. Una situazione inedita, che ha visto moltiplicarsi le iniziative dei sacerdoti, alle prese con sussidi, messe online, videochiamate, chat e preghiere comunitarie a distanza. A Santa Rufina, nel comune di Cittaducale, le comunioni e le cresime erano fissate il 17 maggio. «Anche se ci avviciniamo a quella data - commenta il parroco don Emmanuele Dell’Uomo D’Arme - è ancora difficile fare delle previsioni. Oltre che attenermi alle disposizioni che verranno date dal Governo circa gli assembramenti di persone e manifestazioni, aspetto indicazioni dal vescovo Pompili a tal riguardo». «Lo slittamento sarebbe una scelta di buon senso - commenta Silvia, la mamma di una bambina, che domenica 10 maggio avrebbe dovuto ricevere la prima comunione nella parrocchia di Piazza Tevere. - Noi abbiamo parenti che vengono da lontano, non mi andrebbe di metterli in condizione di dire di no, perché la paura ancora c’è. Fare la cerimonia dopo l’estate potrebbe essere la soluzione migliore. Abbiamo anche un gruppo whatsapp della comunione e, più o meno, gli altri genitori la pensano come me. Al momento di ufficiale ancora non c’è niente, ma la decisione è nell’aria e io, per sicurezza, ho disdetto il ristorante e non ho ancora ordinato le bomboniere». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero