Fara Sabina, parità di genere: critiche alle modifiche dello statuto

Comune di Fara Sabina
Neanche il tempo di annunciarla che la modifica dello statuto comunale di Fara Sabina già si è incagliata. La prima a puntare il dito contro la maggioranza, spedendo...

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Neanche il tempo di annunciarla che la modifica dello statuto comunale di Fara Sabina già si è incagliata. La prima a puntare il dito contro la maggioranza, spedendo al mittente, al pari degli altri colleghi di minoranza, le accuse di mancata partecipazione, è la consigliera de Il Ponte, Daniela Simonetti. Assente alla riunione, perché isolata a casa con il Covid, Simonetti ha scoperto i contenuti del comunicato sullo statuto dai social. «E subito - esordisce - ho sentito l’esigenza di smentirne i contenuti. Nella nota la sindaca sostiene che la modifica dell’articolo 7 sulla parità di genere è stata promossa e condivisa con me, cosa assolutamente non vera. Quello che un anno fa abbiamo chiesto con un odg approvato all’unanimità dal Consiglio era la modifica dell’articolo 13, per ottenere l’attivazione di una consulta delle donne, con un gruppo di persone che rappresentino tutto il territorio e collaborino con la commissione per favorire la partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa. La modifica dell’articolo 7 nulla ha a che vedere con la proposta de Il Ponte. In più se si parla di condivisione, si deve mettere in atto discutendo delle proposte con tutti i membri della commissione e non inviando una convocazione senza nemmeno allegare i documenti».

Le reazioni. Lara Scipioni di Fara Merita evidenzia che «proprio l’importanza di certi temi dovrebbe spingere la maggioranza a concertare data e orario, al fine di garantire la massima partecipazione, allargandola, visto l’argomento, anche a tutte le consigliere donne. Sbandierano attenzione sulle tematiche della parità di genere, poi in giunta non è prevista nemmeno la delega alle pari opportunità e da mesi non si hanno notizie sull’odg sulla consulta delle donne. Infine, prima di fare la morale alle minoranze, ricordino che in più occasioni, sia in consiglio che in commissione, lavori e votazioni vengono assicurati grazie alla presenza delle opposizioni (vedi la votazione del regolamento sulle 167) e che sulla modifica dello statuto sono in ritardo di 12 anni». Marco Marinangeli di Noi Fara, invece, la convocazione della commissione non l’ha proprio ricevuta. Respinge le accuse di scarsa partecipazione e, insieme alla presidente, Maria Di Giovambattista, sostiene che «la modifica dell’articolo 7 è solo il recepimento di una legge nazionale» e rilancia proponendo di «aumentare la percentuale delle quote rosa in giunta fino a renderla 50%. Ciò permetterebbe a un’altra donna di ricoprire il ruolo di assessore, che, si sa, non ha nulla a che vedere con il contentino delle deleghe per specifici progetti. Questa sarebbe stata la nostra proposta. Scriveremo formalmente al segretario affinché la commissione venga riconvocata, così da permetterci di formalizzarla».

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Il Messaggero