Comune di Rieti, conti in rosso Il dissesto è più vicino

La giunta di Rieti
RIETI - Dissesto «pilotato»: di questo si parla sempre più frequentemente nelle segrete stanze dove si lavora ai conti comunali, con quel «pilotato»...

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RIETI - Dissesto «pilotato»: di questo si parla sempre più frequentemente nelle segrete stanze dove si lavora ai conti comunali, con quel «pilotato» che dovrebbe servire ad indorare una pillola – la dichiarazione di dissesto, appunto – che d’oro non è.

Non lo è sul piano economico-finanziario, per gli scenari che apre dopo sei faticosissimi anni di risanamento, e neppure sul piano politico, perché significherebbe ammettere che il buco circoscritto dal centrosinistra dopo il ventennio di centrodestra era addirittura superiore al conto di 100 milioni di euro presentato all’epoca dalla giunta Petrangeli. E infatti sul punto tanto la maggioranza quanto il settore tecnico sono divisi, e il punto di rottura sono le tesi e le mosse della dirigente del settore Finanziario, Grazia Marcucci, convinta della necessità di dichiarare il dissesto.

E’ in questo contesto, secondo quanto risulta a Il Messaggero, che va inquadrata la polemica sullo scivolamento a settembre tanto dell’approvazione del bilancio consuntivo 2017 quanto del riequilibrio di bilancio del 2018: lo consente la legge, rientrando il Comune di Rieti tra quelli del cratere del terremoto, ma la stasi totale sul fronte consiliare che presumibilmente si protrarrà anche per il mese di agosto, rinviando la discussione su consuntivo e riequilibrio a settembre stride con l’ambiguità (e la gravità) della situazione dei conti.


Ieri intanto, sul fronte asili nido, i sindacati hanno preso atto dell’accordo raggiunto tra assessorato ai Servizi sociali ed Esperia per pianificare il rientro del Comune dal debito con la società romana che gestisce Ciancarelli e Cislaghi (prima rata, 74mila euro da bonificare entro oggi). Accordo, anche questo, appeso al «dissesto sì/dissesto no», come ha dichiarato venerdì a Il Messaggero dall’amministratore di Esperia, Domenico Crea: «un “cigno nero” che speriamo non esca dalla tana», aveva detto Crea parafrasando Savona. Una metafora – quella di un evento choc a forte impatto su storia e finanza – che nel nostro piccolo ben si addice alla situazione economica e finanziaria del Comune.
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Il Messaggero