Rieti, a Campoloniano pochi alberi destinati a verde pubblico: la denuncia di Sauro Casciani

Rieti, a Campoloniano pochi alberi destinati a verde pubblico: la denuncia di Sauro Casciani
RIETI - «Campoloniano più alberi nei giardini dei privati che su aree destinate a verde pubblico del Comune». E' la denuncia dell'ex consigliere...

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RIETI - «Campoloniano più alberi nei giardini dei privati che su aree destinate a verde pubblico del Comune». E' la denuncia dell'ex consigliere circoscrizionale Sauro Casciani.


«Nel quartiere di Campoloniano i privati, in ottemperanza all’art 24 (potenziamento del verde) del regolamento comunale di edilizia, hanno piantumato nei loro giardini condominiali molte essenze di 3 metri di altezza per ogni 100 mq di area non edificata (tigli, acacie, aceri, pruni, ecc.) molti di essi sono curatissimi - spiega nella nota - la circoscrizione cominciò, con i pochi denari a disposizione, anno dopo anno a piantumare alberi lungo i marciapiedi dove vi erano delle buche predisposte, ma non si è potuto proseguire in tale progetto per l’abolizione di questi organismi».

«Anche il Comune, a dire il vero - prosegue la nota - ha messo a dimora nel corso del 2013 delle essenze (pioppi e bagolari) lungo le fasce, destinate a verde pubblico, (speriamo che restino tali), che corrono parallele a Viale Sandro Pertini, sembrava l’inizio dei lavori per la sistemazione di tali aree in esecuzione di un progetto degli uffici comunali che prevedeva dei percorsi verdi per ginnastica».

«Oggi, dopo solamente 5 anni, ne restano solamente alcune, la gran parte è morta, sarà stato forse per il clima, forse per la mancata manutenzione, forse per lo sfalcio dell’erba effettuato con macchinari non adeguati? - chiede Casciani - Comunque sia, sembra che nessuno si sia accorto di nulla, ne si preoccupi o si sia preoccupato precedentemente, tanto i denari sono dei contribuenti».

«Voglio ricordare che Campoloniano è sorto nei primi anni 90 - conclude Sauro Casciani nella nota - ed è il quartiere più popoloso di Rieti; se fossero state messe a dimora delle piante dall’inizio avremmo ora dei percorsi molto verdi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero