RIETI - Cammini di fede in primo piano, ieri sul Corriere della Sera, ma a leggere e rileggere le due pagine per il Cammino di Francesco non si trova né una citazione,...
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L'accusa che l'allora presidente Melilli faceva al «Cammino» originale era che circolare com'era, non partiva e non arrivava da nessuna parte. «Vero, il nostro Cammino non parte e non arriva da nessuna parte ma è la vita che è così dice oggi il presidente della Fondazione Amici del Cammino di Francesco, padre Marino Porcelli E quello che offriamo ai pellegrini è spirito francescano allo stato puro: accoglienza, ascolto, sobrietà. Siamo fuori dai circuiti che contano? Può darsi, ma per noi vale la proposta spirituale e nel «Cammino di Francesco» ci sta tutta: non è un falso pensato per fare marketing territoriale. Il business lo lasciamo agli altri». Questo non significa sottovalutare il tema della promozione e, non di meno, della cura del tracciato: «A breve partiranno lavori di manutenzione in tre tratti critici, a Poggio Fidoni, San Pastore e Cantalice», dice padre Marino. Dietro c'è l'asse «Amici di Francesco», Fondazione Varrone e Diocesi, e l'intesa tra i comuni del Montepiano che sta prendendo corpo per dare una governance unica al Cammino. I numeri danno ragione a padre Marino: «Abbiamo stimato sette, ottomila presenze l'anno di pellegrini nella valle, e solo il 10% poi va anche a Roma dice Chi viene qui viene a cercare lo spirito francescano delle origini». E, incredibile ma vero, Corriere o non Corriere, qui lo trova. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero