RIETI - Nuovo, tormentato, capitolo nella tribolata costruzione dell’ascensore di via San Pietro Martire, nel centro di Rieti. Non bastassero i ritardi accumulati nella...
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La Costruzioni Antonicoli srl reclama una cifra superiore a quella stabilita dall’appalto per aver dovuto eseguire interventi più costosi, l’amministrazione, da parte sua, minaccia di applicare sanzioni penali nei confronti della ditta per i ritardi accumulati nel completamento dell’elevatore che collega piazza Battisti alla sottostante strada.
«Naturalmente ci auguriamo di trovare un’intesa - ammette l’assessore ai Lavori pubblici Antonio Emili - per evitare di avviare un contenzioso che dilaterebbe ancora di più i tempi di ultimazione di un progetto che abbiamo ereditato dalla precedente giunta Petrangeli. Senza accordo, saremmo costretti a risolvere il contratto e a bandire una nuova gara per terminare i lavori, ferma restando la riserva del Comune di applicare le sanzioni per i ritardi».
Ritardi che hanno già fatto slittare di oltre un anno l’inaugurazione dell’ascensore che il sindaco Cicchetti aveva pronosticato per l’estate scorsa, termine poi slittato a fine 2017 e, ancora, ai primi mesi del 2018. Ma, adesso, nessuno si azzarda più a fare previsioni, l’impianto deve essere ancora ultimato e poi collaudato.
IN TRIBUNALE
Intanto, tra pochi giorni, dell’ascensore si tornerà a discutere in tribunale in occasione del processo civile che vede contrapposti i proprietari degli appartamenti che si trovano nel palazzo di fronte all’impianto e le imprese coinvolte nella realizzazione, mentre il Comune, pur citato, non si è costituito in giudizio. Alla base della causa promossa dagli avvocati Gianluca Ludovici e Anna Rita Rufini, ci sono le lesioni comparse in diversi punti all’esterno e all’interno dell’edificio sulle pareti, negli alloggi e lungo le scale che, secondo una perizia disposta dal giudice, avrebbero aggravato, in conseguenza delle onde prodotte da trivellazioni e scavi, il non già elevato grado di resistenza dell’edificio.
Il risultato è stato di quattro famiglie costrette a lasciare le case dopo l’ordinanza di sgombero emessa dal Comune in base a una relazione dei tecnici della Dicomac, incaricati di compiere le verifiche post terremoto in edifici pubblici e privati di Rieti, ma che nel caso di via San Pietro Martire non hanno evidenziato una correlazione tra sisma e danni.
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Il Messaggero