Rieti, anabolizzanti: interrogatorio per ristoratore e bodybuilder

Il sequestro
RIETI - Ampiamente collaborativo, ha risposto a tutte le domande del Gip il 44enne ristoratore reatino A.B., in carcere per un’ordinanza di custodia cautelare con...

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RIETI - Ampiamente collaborativo, ha risposto a tutte le domande del Gip il 44enne ristoratore reatino A.B., in carcere per un’ordinanza di custodia cautelare con l’ipotesi di reato di vendita di sostanze stupefacenti e ricettazione di medicinali a effetto anabolizzante di provenienza illecita. Interrogatorio di garanzia del reatino che - assistito dal legale di fiducia, Filippo Carotti - ha risposto alle domande del giudice Pierfrancesco de Angelis in maniera collaborativa, chiarendo la propria posizione e i rapporti con il bodybuilder che da Reggio Calabria avrebbe inviato pacchi con sostanze proibite. Nell’interrogatorio l’indagato ha fornito elementi di chiarezza sugli addebiti contestati, per fare luce sui fatti che lo hanno visto finire al centro dell’indagine condotta dalla IV Sezione della Squadra mobile di Rieti. Al momento il 44enne rimane nel carcere di Vazia, in attesa dell’esito dell’istanza di revoca della misura restrittiva o di un’attenuazione della stessa presentata dal legale, su cui il giudice si è riservato per la decisione.

Reggio Calabria


Intanto a Reggio Calabria è stato ascoltato il 55enne bodybuilder reggino, F.M., anche lui destinatario di ordinanza di custodia cautelare in quanto ritenuto responsabile, in concorso con il reatino, degli stessi reati. Anche l’ex campione italiano e atleta olimpico ha avuto un atteggiamento collaborativo chiarendo il proprio ruolo e i rapporti con A.B.. Un’indagine che la Mobile reatina aveva avviato a partire dalla verifica della provenienza dei farmaci a seguito della scoperta di una intensa corrispondenza tra il reatino e l’ex professionista dalla quale sarebbe emerso che quest’ultimo, dal 2014, aveva venduto ad A.B. importanti quantitativi di medicinali dopanti, tra cui il “Nandrolone Decanoate”, inserita fra le sostanze ad effetto stupefacente. Gli anabolizzanti - da quanto accertato dagli investigatori - venivano recapitati tramite pacchi postali, mentre il pagamento avveniva tramite normali ricariche su carte postepay. I medicinali venivano poi ceduti dal reatino ad altri soggetti, frequentatori e istruttori di palestre reatine, dai quali l’uomo riceveva periodicamente le ordinazioni. Un’inchiesta - coordinata dal sostituto procuratore Rocco Gustavo Maruotti - che ha poi fatto emergere responsabilità anche a carico di altri 5 soggetti del mondo del fitness e delle sale pesi.

 

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Il Messaggero