Rieti, il sito di Amazon diventa una «caccia al tesoro»: quando la tecnologia diventa ostile

Rieti, il sito di Amazon diventa una «caccia al tesoro»: quando la tecnologia diventa ostile
RIETI - Chi di tecnologia ferisce, di tecnologia perisce. Nell’era del «tranquillo, ho il navigatore satellitare», in realtà nessuno è immune da...

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RIETI - Chi di tecnologia ferisce, di tecnologia perisce. Nell’era del «tranquillo, ho il navigatore satellitare», in realtà nessuno è immune da rotte sbagliate che rendono irraggiungibile persino Amazon. Non è uno scherzo. Men che meno una battuta.


E dire che il colosso internazionale dell’e-commerce, noto per sapere tutto, tutto prevedere e tutto controllare, aveva scelto di posizionare il suo magazzino nel comune di Fara Sabina, perché a una manciata di minuti dal casello autostradale dell’A1 Roma-Milano, proprio per evitare problemi. La bretella di collegamento tra il centro di distribuzione e la strada statale 4dir avrebbe dovuto fare il resto, rendendo gli spostamenti da e per il centro di distribuzione coresino velocissimi. Tra dire e il fare però questa volta c’è di mezzo il navigatore. Così, quella che sulla carta doveva essere una collocazione perfetta, si è trasformata nella meta finale di una caccia al tesoro che si perde, da mesi, nelle campagne di Passo Corese. Dove, ultimamente, è più semplice imbattersi in qualche mega autoarticolato che vaga alla ricerca di Amazon che in greggi di pecore.

Ieri mattina incastrati lungo via dei Cavalli, in località Valle Falsa, ce n’erano addirittura due. A salvarli un autista del trasporto pubblico locale che è riuscito ad indirizzarli verso la strada regionale 313 Ternana, dove si affaccia il polo della logistica. Ma il problema si ripropone sistematicamente da quest’estate, tanto che molti residenti hanno provato anche ad apporre dei cartelli «fai da te» lungo le campagne coresine, seppur senza successo. Allora ci ha dovuto provare Amazon a correre ai ripari.


«Leggendo gli articoli e vedendo le foto dei tir intrappolati - hanno spiegato dalla multinazionale – abbiamo capito che ci’era fosse un problema da risolvere. E’ una cosa che capita spesso quando apriamo un nuovo centro. Per prima cosa, attraverso il dipartimento che si occupa di interfacciarsi con i corrieri abbiamo passato la comunicazione contenente le coordinate gps dell’indirizzo corretto. In più abbiamo chiesto agli enti competenti il rinforzo della segnaletica stradale». Sarà sufficiente? Al prossimo tir l’ardua sentenza.
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Il Messaggero