Rieti, Fara film festival, pioggia di multe ai visitatori

Rieti, Fara film festival, pioggia di multe ai visitatori
RIETI - Raffica di multe per gli spettatori del Fara film festival. La serata inaugurale della manifestazione promossa dal Comune di Fara Sabina dal primo al 4 agosto è...

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RIETI - Raffica di multe per gli spettatori del Fara film festival. La serata inaugurale della manifestazione promossa dal Comune di Fara Sabina dal primo al 4 agosto è stata funestata dai verbali di contravvenzione infilati sotto i tergicristalli delle tantissime auto accorse nel capoluogo per assistere alla rassegna cinematografica del capoluogo.


Sono decine le segnalazioni arrivate a Il Messaggero da parte dei cittadini che hanno avuto l’amara sorpresa al termine della proiezione del primo film in programma. Tutte le auto sono state multate per divieto di sosta con sanzioni che vanno dalle 30 alle 60 euro. Come quella visibile nella foto a corredo dell’articolo, elevata il primo agosto alle 21.35 a viale Regina Margherita nei pressi dell’arco di ingresso al centro storico. 

Il borgo di Fara è uno dei luoghi più belli della provincia, ma i posti auto, come in ogni centro medievale, scarseggiano. Quindi è prevedibile che in eventi che hanno un grande richiamo di pubblico, le automobili vengano lasciate lungo le strade del capoluogo. Una prassi, sia essa buona, cattiva o dettata dalla necessità, consolidata negli anni. Ma mai gli automobilisti, costretti a posteggi di fortuna in assenza di parcheggi, sono stati multati.

«Non so nulla di queste multe – cade dalle nuvole l’assessore alla Cultura, Paola Trambusti organizzatrice della rassegna cinematografica comunale realizzata grazie a un finanziamento regionale – Non mi sono arrivate segnalazioni o lamentele in merito, abbiamo ricevuto solo complimenti per l’iniziativa. Dovreste chiedere informazioni direttamente alla polizia locale». Che però, per ammissione del suo capo Sonia Salvi, non è autorizzata a rilasciare informazioni alla stampa. Del resto, c’è poco da dire. E molto da pagare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero