RIETI - Il postino suona sempre due volte. Anche al tempo del coronavirus e anche se ad aprirti non c'è più la spledida Jessica Lange, protagonista...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il problema oggi, semmai, è che non viene ad aprirti più nessuno. Neppure se in casa è riunita tutta la famiglia. Perché il postino da ambasciatore di buone notizie (le care vecchie lettere e cartoline che i giovani di oggi non sanno più cosa siano) negli anni si è trasformato in profeta di sventura, obbligato a consegnare - bollette a parte - multe, avvisi giudiziari e cartelle esattoriali a go-go. Anche quando hai pagato pure l'ultimo centesimo, il bollo dell'auto di tua moglie e la vecchia multa presa mentre la domenica andavi al mare, in uno dei mille autovelox trappola che infestano le strade italiane.
Coronavirus, infermiera aggredita a sputi in faccia: «Basta adesso abbiamo paura»
E ora, in tempo di pandemia mondiale, con il Covid-19 che infesta tutto e non è un codice a barre, il postino è diventato una sorta di appestato, un moderno monatto di manzoniana memoria. Guai ad avvicinarsi, nonostante sia supermunito di predispotivi anticontagio. E chi consegna la corrispondenza con lo scooter, di solito non si toglie neppure il casco, della serie “non si sa mai”.
La verità, poi, è che i postini rischiano quanto e forse più dei tanti ai quali consegnano la posta, non foss'altro per muoversi da un punto all'altro della città o della provincia (nel caso degli addetti agli atti giudiziari) e per non conoscere quasi mai la certificazione medica e l'immunità da coronavirus di coloro con i quali hanno il contatto. Tanto che alcune sigle sindacali hanno già pensato di richiedere un speciale indennità.
«Contagio o meno - racconta un giovane postino della provincia di Rieti - in molti ci vedono come persone da evitare. Nell'ultimo mese questo aspetto è decisamente peggiorato, prima venivamo considerati come coloro portatori solo di cattive notizie, ora anche di potenziali trasmittitori di virus. Ma non è così, noi siamo più controllati e quindi sicuri di tante altre categorie, a iniziare dalle rigide misure di sicurezza che dobbiamo rispettare già nel momento in cui entriamo al lavoro e successivamente al centro di smistamento».
Ma il contatto, nel caso di una raccomandata con ricevuta di ritorno, è inevitabile?
«No, anche in questo caso siamo ormai all'avanguardia. Quando suoniamo e in casa ci risponde qualcuno, chiediamo, così come prevede uno degli ultimi decreti emanati dal governo, se il destinatario ci autorizza a vidimare la consegna per lui. Se la risposta è sì, lasciamo nella cassetta della posta una apposita ricevuta che attesta l'avvenuta consegna».
E se non rispoonde nessuno, il destinatario è costretto a recarsi nell'ufficio postale dove c'è la giacenza?
«Sì, ma ora sono tutti a casa ed è per questo che il postino continua sempre a suonare due volte». Un classico che non tramonta mai. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero