Coronavirus, infermiera aggredita a sputi in faccia a Mestre: «Basta adesso abbiamo paura»

Infermiera aggredita a sputi in faccia al termine del turno di lavoro. Ieri alle 13. Cronache dal fortino del Distretto sanitario di via Cappuccina a Mestre (Venezia). Già...

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Infermiera aggredita a sputi in faccia al termine del turno di lavoro. Ieri alle 13. Cronache dal fortino del Distretto sanitario di via Cappuccina a Mestre (Venezia). Già perché chi lavora nei locali dell’Ulss si sente quasi in trincea. In una città semi deserta per paradosso si è ancor più in balìa dei balordi o criminali di turno. Ne sanno qualcosa i dieci medici e i 14 dipendenti della Medicina di gruppo integrata, ospitati al secondo piano al civico 129, che garantiscono il servizio a centinaia di pazienti cronici e le urgenze dalle 8 alle 20 dal lunedì al venerdì e il sabato dalle 8 alle 10.


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SEGNALAZIONI
Un senso di vulnerabilità che ha portato la referente, la dottoressa Raffaella Michieli, a scrivere al sindaco Luigi Brugnaro, avvertendo che se non saranno ripristinate le condizioni di sicurezza l’attività potrebbe essere interrotta. Più volte hanno segnalato alle forze dell’ordine il pericolo cui si sentono esposti insieme a quanti necessitano comunque di una visita e quindi si devono recare al poliambulatorio. Pericolo rappresentato dalla presenza pressoché costante di dieci o addirittura venti persone che stazionano all’ingresso o alla vicina fermata del tram con atteggiamenti molesti e provocatori. Da quanto si è potuto verificare si tratterebbe per lo più di pusher che, senza clienti, non trovano altro da fare che scaricare la propria rabbia su chi si trova a passare da quelle parti, a ridosso della stazione ferroviaria. Quando va bene sono insulti, quando va male sono sputi. Ricalcando, mutatis mutandis, la minaccia del contagio da Hiv di chi per le rapine per strada brandiva la siringa con l’ago sporco di sangue. Un’arma, lo sputo, utilizzata anche contro gli agenti che sono intervenuti per un controllo.

LA LETTERA
«Abbiamo sempre saputo che la zona non gode di buona fama – si legge nella missiva indirizzata al primo cittadino - e siamo dotati di una sorveglianza privata, condivisa con l’Ulss 3, che copre tutta la giornata. Oggi (ieri per chi legge, ndr.) alle 13 una delle nostre infermiere ha subito un’aggressione mentre usciva dal cancello carraio con l’auto. Purtroppo è necessario aprire il finestrino dell’auto per suonare alla guardia per l’apertura del cancello, e di questo ha approfittato una di queste persone per affacciarsi e sputare in faccia alla nostra dipendente. Ovviamente è stata chiamata subito la polizia e nel pomeriggio verrà sporta formale denuncia».

Inutile dire che l’episodio ha scosso tutto il personale del poliambulatorio: «Già la situazione è difficile per noi sanitari - confida una delle dottoresse - in più ci si mettono anche questi personaggi che sinceramente non so cosa vogliano: intimidirci con l’incognita di trasmetterci il coronavirus sputandoci in un occhio? Nell’organico della struttura ci sono 18 donne: arriviamo alle 8 quando non c’è nessuno, usciamo alle venti quando non c’è nessuno, perché tutti gli uffici del Distretto sono chiusi. Dobbiamo tenere aperto ed è giustissimo in questo momento di forte difficoltà però vogliamo che ci venga garantita la tutela necessaria per poter continuare a lavorare. Quanto successo ci ha fatto davvero male».

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Il Messaggero