Gestione del campo Di Tommaso a Passo Corese: un brutto pasticcio che non finisce mai

Gestione del campo Di Tommaso a Passo Corese: un brutto pasticcio che non finisce mai
RIETI - La convenzione c’è ma non si vede. Il Comune, tra mille polemiche, a ottobre, esternalizza all’Asd Valle del Tevere la gestione del campo sportivo...

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RIETI - La convenzione c’è ma non si vede. Il Comune, tra mille polemiche, a ottobre, esternalizza all’Asd Valle del Tevere la gestione del campo sportivo Amerigo Di Tommaso di Passo Corese, ma continua a pagare le bollette. Nonostante avesse avviato la procedura di esternalizzazione perché impossibilitato a sostenere i costi della struttura. E nonostante la società foranese, presieduta da Enzo De Santis, percepisca soldi dalle associazioni che la utilizzano.


«La voltura delle utenze non l’abbiamo ancora fatta perché il campo non l’abbiamo usato - dichiara il presidente De Santis. - Dovevamo cominciare, ma c’era il problema del Passo Corese (squadra che da sempre utilizza la struttura e che rischiava di essere messa alla porta, ndr). Stiamo vedendo come fare per non creare problemi e accontentare tutti. Per ora, le bollette non le paghiamo, poi vediamo quello che succede».

LA SITUAZIONE
In realtà il bando di gara, diceva altre cose, rispetto alle utenze. Ovvero: «Saranno a carico dell’aggiudicatario le spese per energia elettrica e gas da riscaldamento - si legge nel documento pubblicato il 6 settembre sul sito del Comune. - Entro 15 giorni dall’aggiudicazione efficace, l’aggiudicatario si obbliga a volturare le utenze pena la decadenza dall’affidamento e relative azioni risarcitorie che il Comune intenderà intraprendere».
Da ottobre di mesi ne sono passati sei e le utenze non solo non sono state volturate e risultano intestante al Comune, ma l’Ente ha proseguito a pagare le bollette.


Basta vedere le determine di liquidazione pubblicate sull’albo il 15 febbraio, tra le quali compaiono le utenze del Di Tommaso con i pagamenti di gas (312 euro quota che comprende anche il campo di Borgo Quinzio) e luce (641 euro). Idem per quelle che verranno. Ma perché il Comune invece di rescindere l’accordo, ha sostenuto, in favore della Valle del Tevere, le spese che diceva di non potersi accollare? E perché la Valle del Tevere ha percepito i soldi dalle associazioni locali pur non usando il campo? «Io non so chi pagano le associazioni, noi non veniamo pagati», ha provato a dire De Santis, dimenticando però che i contributi versati alla Valle del Tevere sono testimoniati da ricevute di pagamento.
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Il Messaggero