RIETI - Continuano le soddisfazioni per il produttore reatino, classe 1998, Mattia Valorosi, in arte Matthew Ros, che, dal 4 gennaio, è tornato con una nuova traccia, dal...
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Il pezzo, disponibile su tutte le più note piattaforme musicali come SoundCloud e Spotify, fa parte della prestigiosa etichetta Spinnin Records/Fonk Recordings ed è frutto di un accurato lavoro tra i tre giovani artisti: «Per realizzare "Blow", non abbiamo usato nessun sintetizzatore nel drop, ma ci siamo serviti solamente di percussioni e voci - spiega Valorosi - L'idea di questo brano è nata dopo aver vissuto in Olanda l'esperienza dell'Amsterdam Dance Event. Quei giorni all'estero sono stati senza dubbio una fonte di grande ispirazione. Subito è iniziato il progetto con gli Wyne, con i quali ho inviato la traccia a Dannic, proprietario della Fonk Recordings, sottoetichetta della famosa Spinnin Records. Passa poco tempo e otteniamo dalla casa discografica l'approvazione che tanto aspettavamo. Per noi, è stato un momento emozionante ed indimenticabile».
Le premesse appaiono quindi molto buone e ciò è probabilmente dovuto anche all'affiatamento che c'è tra Valorosi e i fratelli Caracciolo: «Conosco Gianni e Angelo da diversi anni - afferma ancora Valorosi - e fin da subito tra noi c'è stato un ottimo rapporto di amicizia e collaborazione. In passato, quando loro ancora si chiamavano "Brothers", avevamo già lavorato insieme e mai ci saremmo immaginati di uscire qualche tempo più tardi per la Spinnin Records. Sicuramente un sogno diventato realtà».
Come diceva Eleanor Roosevelt: «Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni». L'augurio è che Matthew Ros e gli Wyne seguano questo insegnamento, anche perché ai tre giovani produttori la determinazione e la voglia di migliorarsi non sono mai mancate.
«Se abbiamo raggiunto questo risultato, il merito è soprattutto di chi tutti i giorni ci supporta e ci dà la forza di dare sempre il massimo - confessano i ragazzi - Quando sai che c'è qualcuno che crede in te, tutto prende un'altra forma. Grazie davvero di cuore». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero