Appalti alla Asl: il licenziamento di Marcello Fiorenza dall'azienda per la Corte di Appello è legittimo

Nella foto Marcello Fiorenza
RIETI -  In tribunale, nel 2018, l’aveva spuntata. Ma adesso la Corte di Appello civile di Roma gli ha dato torto, ribaltando la sentenza di primo grado che aveva...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

RIETI -  In tribunale, nel 2018, l’aveva spuntata. Ma adesso la Corte di Appello civile di Roma gli ha dato torto, ribaltando la sentenza di primo grado che aveva bocciato la giusta causa invocata dall’Asl Rieti nel licenziare Marcello Fiorenza, ex responsabile dell’ufficio tecnico e patrimoniale dell’azienda sanitaria. Sentenza disposta quando l’ingegnere, dopo essere stato sospeso in via cautelare in seguito a un procedimento interno disciplinare riferito alla gestione degli appalti, aveva preferito andare in pensione. Ritenendo la decisione illegittima, il tribunale aveva riconosciuto all’ex dipendente il diritto di essere risarcito con cinque mensilità.

La vicenda. L’azienda aveva impugnato la decisione del giudice del lavoro e la terza sezione civile ha accolto nei giorni scorsi il ricorso, ritenendo fondata la giusta causa invocata dalla direzione, condannando inoltre Fiorenza al pagamento delle spese processuali. 
Secondo i giudici di secondo grado, è legittima l’eccezione sollevata dall’Asl circa il mancato possesso, da parte dell’ingegnere, dei requisiti pensionistici, e alla domanda presentata sul finire del 2015 andava attribuito il valore di pensione anticipata, dunque assimilabile alle dimissioni, tanto che l’Asl l’aveva considerata un recesso.

Secondo la terza sezione Lavoro, che ha richiamato una recente decisione della Cassazione, è potere della pubblica amministrazione impartire un licenziamento, anche postumo, «ciò in ragione dell’interesse pubblico a definire comunque il procedimento disciplinare per ragioni di tutela dell’immagine della pubblica amministrazione». In sostanza, interrompere in anticipo un rapporto di lavoro non serve a bloccare l’iter di una procedura già in corso.

La decisione della Corte di Appello è l’ennesima che riguarda Marcello Fiorenza, nei cui confronti e di altri imputati (le accuse vanno dall’associazione a delinquere, per alcuni, alla corruzione, al falso e all’abuso di ufficio), si sta celebrando in tribunale il processo scaturito dall’assegnazione dei lavori a imprese considerate “amiche”. Dibattimento che si trova ancora nelle sue fasi iniziali, dopo diverse udienze riservate all’ammissione delle prove e all’esame delle eccezioni sollevate dalle parti. A novembre è atteso il deposito della perizia sulle intercettazioni telefoniche e sul materiale informatico sequestrato dalla Guardia di finanza, disposta dal tribunale che ha accolto una richiesta della difesa. 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero