Daspo urbano per i pusher pizzicati a spacciare vicino alle scuole. Il Viminale sceglie la linea dura e con la direttiva «Scuole sicure», un progetto pilota che parte...
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Per fronteggiare il problema, il Viminale ha deciso di stanziare 2 milioni e mezzo di euro, attinti dal Fondo Unico Giustizia, che serviranno per potenziare gli impianti di video-sorveglianza, per assumere in via temporanea di più vigili urbani che controllino all'esterno delle scuole e per organizzare campagne informative mirate. «Non ci saranno i carri armati fuori dalle scuole - ha detto Salvini - faremo attenzione alle segnalazioni dei sindaci, saranno coinvolti presidi e prefetture. Sarà qualcosa di soft, a carattere preventivo, non punitivo». A ottobre è previsto un primo check, per tirare le somme e fare un primo bilancio sugli effetti del piano e se l'iniziativa funziona, potrebbe essere allargata. «Molti sindaci ci hanno già chiesto di estenderla», fa sapere infatti Salvini.
Intanto si parte in 15 città, a cui i fondi saranno corrisposti in misura proporzionale al numero di abitanti: a Roma andranno 727 mila euro, a Milano 344 mila, a Napoli 243 mila euro, a Torino 222 mila, a Palermo 168 mila, a Genova 146 mila, a Bologna 98 mila euro, a Firenze 96 mila, a Bari 81 mila, a Catania 78 mila, a Venezia 66 mila, a Verona 65 mila, a Messina 59 mila, a Padova 53 mila e a Trieste 51 mila euro. Su un fronte diverso, ma affine - quello della sicurezza in asili nido e strutture per anziani e disabili -, i sottosegretari agli Interni Stefano Candiani e Nicola Molteni, hanno inoltre annunciato che il Viminale sta lavorando per prevedere apparati di videosorveglianza in queste strutture. «Il progetto - dicono i due esponenti del governo - è una storica battaglia della Lega. L'obiettivo, come già stiamo facendo in altri campi come l'immigrazione, è passare dalle parole ai fatti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero