Vaticano, spunta la fronda al Sinodo di 13 cardinali ma Scola, Vingtrois, Piacenza e Erdoe smentiscono

Vaticano, spunta la fronda al Sinodo di 13 cardinali ma Scola, Vingtrois, Piacenza e Erdoe smentiscono
Città del Vaticano Veleni, veline, trabocchetti. E ora anche un giallo. Al momento insoluto. In Vaticano non si parla d’altro, nel tentativo di capire quali e quanti sono i...

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Città del Vaticano Veleni, veline, trabocchetti. E ora anche un giallo. Al momento insoluto. In Vaticano non si parla d’altro, nel tentativo di capire quali e quanti sono i cardinali che hanno indirizzato al Papa una lettera per criticare non solo le aperture del Sinodo sulla famiglia ma per depotenziare, di fatto, la sua azione innovatrice in campo pastorale. Si tratta dell’ultimo atto di una sfibrante partita sotterranea venuta clamorosamente allo scoperto con la pubblicazione di un testo che sarebbe stato consegnato al Papa, all’inizio dei lavori sinodali, per il tramite del cardinale Pell, e firmato da un drappello di porporati. La fronda. La notizia della lettera era trapelata alcuni giorni fa, poi rimbalzata su alcuni siti cattolici, fino ad avere grande risalto sul blog di Sandro Magister che, nel frattempo, è divenuto il punto di riferimento del blocco più conservatore dei padri sinodali. Gli irriducibili. Quelli più decisi a battagliare contro qualsiasi novità. Essi temono che anche il minimo spiraglio, come per esempio la comunione ai divorziati, possa aprire una pericolosa breccia e contribuire ad uno sgretolamento inesorabile di tutto l’impianto della dottrina.




Ovviamente a nulla sono valse le rassicurazioni papali (“la dottrina non cambia”), sicché dietro il fair play ampolloso e un po’ retorico di alcuni padri sinodali, si celano dinamiche di appartenenza a gruppi piuttosto compatti e tradizionalisti. L’elenco dei cardinali della fronda inizialmente, secondo quanto pubblicato da Magister, comprendeva nomi di peso come Caffarra, Collins, Dolan, Ejk, Erdo, Mueller, Sarah, Napier, Piacenza, Urosa Savino, Vingtrois, Scola. Tredici in tutto, che però, dopo la pubblicazione del testo, nel giro di un paio d’ore si sono ridotti a nove, visto che Scola, Vingtrois, Piacenza ed Erdo hanno preso le distanze e formalmente smentito di avere mai firmato una l’accusa tanto pesante, e cioè l’esistenza di una regia occulta, pilotata, dietro al Sinodo per ottenere «risultati predeterminati”. Mai firmato una lettera simile.



“Non è assolutamente vero che la relazione finale sia scomparsa” è dovuto correre ai ripari padre Lombardi con l’ennesima rassicurazione. In questo clima di sospetti e documenti che girano sottobanco, si capiscono meglio le parole pronunciate dal Papa all’inizio del Sinodo. “Non ci sono pressing di lobby esterne e interne”, aveva detto, “né logiche cospirative”, invitando ancora una volta a non considerare il Sinodo un’aula parlamentare, un parlatorio, un senato. L’appello era solo quello di parlare con ‘parresia’, liberamente. Forse a qualcuno non è piaciuto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero