Ovviamente a nulla sono valse le rassicurazioni papali (“la dottrina non cambia”), sicché dietro il fair play ampolloso e un po’ retorico di alcuni padri sinodali, si celano dinamiche di appartenenza a gruppi piuttosto compatti e tradizionalisti. L’elenco dei cardinali della fronda inizialmente, secondo quanto pubblicato da Magister, comprendeva nomi di peso come Caffarra, Collins, Dolan, Ejk, Erdo, Mueller, Sarah, Napier, Piacenza, Urosa Savino, Vingtrois, Scola. Tredici in tutto, che però, dopo la pubblicazione del testo, nel giro di un paio d’ore si sono ridotti a nove, visto che Scola, Vingtrois, Piacenza ed Erdo hanno preso le distanze e formalmente smentito di avere mai firmato una l’accusa tanto pesante, e cioè l’esistenza di una regia occulta, pilotata, dietro al Sinodo per ottenere «risultati predeterminati”. Mai firmato una lettera simile.
“Non è assolutamente vero che la relazione finale sia scomparsa” è dovuto correre ai ripari padre Lombardi con l’ennesima rassicurazione. In questo clima di sospetti e documenti che girano sottobanco, si capiscono meglio le parole pronunciate dal Papa all’inizio del Sinodo. “Non ci sono pressing di lobby esterne e interne”, aveva detto, “né logiche cospirative”, invitando ancora una volta a non considerare il Sinodo un’aula parlamentare, un parlatorio, un senato. L’appello era solo quello di parlare con ‘parresia’, liberamente. Forse a qualcuno non è piaciuto.
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