È scontro sulle vaccinazioni obbligatorie per la frequenza a scuola. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, va avanti nella linea annunciata e conferma che...
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Da un lato, dunque, Grillo ribadisce che «lo strumento dell'autocertificazione è stato usato per tutto il 2017 e lo useremo anche per il 2018, perché Lorenzin non ha istituito l'Anagrafe vaccinale nazionale e non volevamo caricare il cittadino di un onere ulteriore costringendolo a fornire tutta la documentazione», dall'altro l'Associazione nazionale presidi e il Collegio dei professori universitari di pediatria sottolineano che l'autocertificazione «non solo confligge con la vigente normativa sulla certificazione delle vaccinazioni obbligatorie, ma contrasta con il DPR 445/2000 che recita 'I certificati medici, sanitari ... non possono essere sostituiti da altro documento». Dunque, sostengono, l'autocertificazione «non è utilizzabile in campo sanitario se non a seguito di espressa previsione legislativa».
Posizioni opposte a fronte delle quali Grillo parla di «polemica surreale». Il ministro ha inoltre annunciato che è stata depositata la proposta di legge della maggioranza in cui «spingeremo per il metodo della raccomandazione» alle famiglie e nella quale «prevederemo delle misure flessibili di obbligo sui territori, e quindi anche nelle regioni». In sostanza il testo dovrebbe introdurre l'obbligo alle vaccinazioni e le sanzioni solo in casi eccezionali. Una pdl che ha raccolto le critiche del Pd, secondo cui «l'obbligo flessibile è un ossimoro» mentre, ha annunciato il segretario Maurizio Martina, già 10mila firme sono state raccolte con la petizione del partito contro il rinvio dell'obbligo vaccinale previsto dal decreto Milleprorpoghe, la cui approvazione è però attesa non prima di settembre. Anche Forza Italia contesta e chiede, con Francesco Giro, le dimissioni del ministro Grillo, plaudendo al richiamo dei presidi.
Linea morbida quella del responsabile del Miur Marco Bussetti: «È opportuno considerare le preoccupazioni dei dirigenti scolastici, che costituiscono snodo fondamentale per il sistema di istruzione e formazione. Certamente - ha spiegato - la dirigenza scolastica non può essere gravata di incombenze in materia sanitaria». «La questione vaccinale è tema di salute pubblica. Il Miur, nell'ambito delle proprie competenze, garantisce la massima collaborazione al Ministero della Salute per l'attuazione delle politiche sanitarie previste» In tema di vaccini, anche il vicepremier, Luigi Di Maio, ribadisce la propria posizione: «Ascoltare i medici e convincere i genitori a vaccinare i figli, mentre dire che i bambini non devono andare neanche a scuola è sbagliato».
In attesa di un nuovo incontro tra i presidi ed il ministero della Salute, previsto a fine agosto, restano comunque posizioni ed interpretazioni divergenti.
Il Messaggero