Negò la torta per un matrimonio gay. Corte Suprema dà ragione al pasticciere

Negò la torta per un matrimonio gay. Corte Suprema dà ragione al pasticciere
Tre anni dopo la storica decisione nel caso 'Obergefell v Hodges' negli Usa che aveva reso legale i matrimoni gay su tutto il territorio nazionale, la Corte suprema degli...

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Tre anni dopo la storica decisione nel caso 'Obergefell v Hodges' negli Usa che aveva reso legale i matrimoni gay su tutto il territorio nazionale, la Corte suprema degli Stati Uniti torna ad esprimersi dando ragione ad un pasticcere cristiano del Colorado che si era rifiutato di fare una torta a una coppia omosessuale per le nozze in nome del Primo Emendamento.




Una vicenda che ha a lungo interessato l'opinione pubblica e che adesso viene risolta dalla massima corte con un intervento particolare, in quanto revoca ciò che era stato stabilito a riguardo dalla commissione per i diritti umani del Colorado, ma lascia ancora aperti alcuni temi sulla libertà religiosa. Il collegio, infatti, non ha deciso sulla questione più generale - ovvero se un esercizio commerciale possa negare il proprio servizio agli omosessuali - limitandosi a censurare la commissione per i diritti umani del Colorado che si era pronunciata contro il pasticcere sostenendo che aveva violato la legge statale anti-discriminazione. Una legge, quest'ultima, che vieta ai commercianti di rifiutare i propri servizi in base alla razza, al sesso e allo stato maritale.

 

Per la Corte suprema però - che si è espressa con 7 voti favorevoli e due contrari - la commissione per i diritti civili del Colorado aveva con quel suo giudizio mostrato ostilità verso la religione. Così il giudice Anthony Kennedy, che con il suo voto aveva aperto al riconoscimento delle nozze gay negli Stati Uniti nel 2015, ha affermato nella sua opinione di maggioranza che la questione «deve attendere un'ulteriore elaborazione». Ha sottolineato che mentre la legge del Colorado «può proteggere le persone gay nella loro libertà di acquisire servizi e prodotti, la stessa deve essere applicata in una maniera che sia neutrale rispetto alla religione». Protagonisti della vicenda il pasticcere Jack Kennedy e i promessi sposi David Mullins e Charlie Craig, che nel 2012 si erano visti negare la torta per il loro fatidico sì. Un caso che aveva spaccato l'America: da un lato gli attivisti dei diritti gay schierati con la coppia omo, dall'altra i sostenitori di Phillips e della sua pasticceria 'Masterpiece Cakeshop'. Ricorsi analoghi sono pendenti, incluso uno alla Corte suprema da parte di un fiorista che si è rifiutato di vendere fiori per un matrimonio gay. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero