Università, Luiss è prima ma il Nord resta ai vertici

Università, Luiss è prima ma il Nord resta ai vertici
Resta al Nord il podio delle migliori università statali italiane mentre il Sud continua a perdere punti. E' questa la pagella stilata dalla nuova edizione dei ranking...

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Resta al Nord il podio delle migliori università statali italiane mentre il Sud continua a perdere punti. E' questa la pagella stilata dalla nuova edizione dei ranking universitari del Sole 24 Ore. Tra gli atenei privati, ma non solo, conquista invece il primo posto la Luiss Guido Carli: da anni sul podio, ha agganciato la prima posizione con 82 punti ottenendo quindi l'apprezzamento totale più alto in assoluto e al di sopra anche delle università private milanesi come l'Università Bocconi che ha avuto 80 punti e la Telematica San Raffaele con 75. Tra le 61 università statali conquistano invece la vetta le università di Verona, Trento, Bologna e il Politecnico di Milano. La classifica è articolata su 12 indicatori tradizionali, divisi in due macro-aree.


I NOVE INDICATORI
La prima area riguarda i nove indicatori che misurano le attività di didattica degli atenei considerando i collegamenti con le università straniere, la possibilità per gli studenti di accedere ad esperienze lavorative e la puntualità negli studi. La seconda area racchiude gli altri 3 indicatori che considerano invece i risultati ottenuti dall'Ateneo nel settore della ricerca. In questo caso si tratta di indicatori esaminati dall'Agenzia nazionale di valutazione che prende in considerazione la qualità della produzione scientifica, l'attività dei dottorati e la capacità dei dipartimenti di ottenere finanziamenti esterni per i loro progetti. Si fa riferimento agli esiti della valutazione della qualità della ricerca relativa al 2004-2010 visto che i primi dati generali del ciclo 2011-2014, resi noti dall'Anvur pochi giorni fa, utilizzano dati che saranno diffusi solo nei prossimi mesi. «Il primo posto della Luiss - ha dichiarato il vicepresidente esecutivo Luigi Serra - premia un ateneo in continua crescita come dimostra tra l'altro anche la sua certificazione internazionale Equis. È una crescita non solo quantitativa, di richieste di ammissioni, ma soprattutto qualitativa, nella sua didattica, nel suo corpo docente, nella sua organizzazione interna. Pur in un contesto globale sempre più competitivo, l'80% dei nostri laureati trova lavoro entro un anno dal conseguimento del titolo, addirittura il 90% per i laureati in economia. Questo è un risultato di squadra: dalla Presidente Emma Marcegaglia al Rettore Paola Severino al direttore Giovanni Lo Storto, dai professori agli studenti, siamo tutti impegnati a dimostrare che in Italia si può e si deve fare formazione di qualità e di livello internazionale, nell'interesse del Paese».

LA SAPIENZA È STABILE
Sono state promosse inoltre le performance delle università di Modena, Chieti e Reggio, che guadagnano ben sei posizioni in più dello scorso anno, e del Politecnico di Torino che sale di 5 posizioni. La Sapienza resta stabile al 28esimo posto, Tor Vergata guadagna 4 posizioni e raggiunge il 36esimo mentre Roma Tre perde 3 punti e scende al 41esimo posto. In calo nelle regioni del Nord i grandi poli di Genova, che perde 5 posizioni, e di Firenze che ne perde 4. Fanalino di coda, ancora una volta, restano gli atenei meridionali: la classifica infatti viene chiusa dalla Parthenope di Napoli per quanto riguarda il settore delle università statali e dalla Kore di Enna per le private. La Mediterraneo di Reggio Calabria perde 7 posizioni.


Ma nelle regioni del Sud ci sono anche atenei in crescita: primo fra tutti quello di Salerno che, rispetto al 2015, scala ben 10 posizioni passando dalla 26esima alla 16esima. In rialzo anche i punteggi assegnati all'università di Foggia, che guadagna cinque posizioni in più, e a quelle di Messina, Campobasso e Lecce che hanno scalato la classifica di quattro posizioni ciascuna.
L. Loi.
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Il Messaggero