Uli Emanuele si schianta contro le rocce, morto il base jumper italiano

Doppia tragedia nello stesso giorno nel mondo dei base jumper in Svizzera. Fra i morti  anche l'altoatesino Uli Emanuele: sfrecciare planando a 180 kmh con la tuta alare...

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Doppia tragedia nello stesso giorno nel mondo dei base jumper in Svizzera. Fra i morti  anche l'altoatesino Uli Emanuele: sfrecciare planando a 180 kmh con la tuta alare era la sua grande passione, prima di diventare un anno fa un professionista il trentenne lavorava come lavapiatti in un rifugio in Svizzera e ogni giorno, dopo aver finito il suo turno di lavoro, si lanciava nel vuoto e volava a casa. La vita dell'altoatesino si è spezzata proprio in Svizzera, durante riprese video a Lauterbrunnen nel Cantone di Berna. Uli stava riprendendo in volo un altro basejumper, quando improvvisamente ha perso l'assetto si è schiantato contro la parete rocciosa. Il giovane è morto verso le 14 mentre alle 16.30 se ne è andato nello stesso modo un 49enne britannico che si era lanciato dallo sperone High Ultimate a Murrenfluh, nello stesso complesso montano.


La sua famiglia era abituata a vivere con il fiato sospeso. Da giovane Uli ha seguito infatti le orme di suo padre, un paracadutista esperto, ma presto il lancio dagli aerei non lo soddisfaceva più. Così Uli si era spostato verso il basejumping. Si lanciava da pareti di roccia a strapiombo e da grattacieli, aprendo il paracadute in volo. Il passaggio al wingsuit, la tuta alare, è stato poi quasi scontato. «La tuta alare - aveva racconta Uli pochi mesi fa all'Ansa - all'inizio serviva solo allo scopo di allontanarsi dalla parete per ridurre il rischio incidenti, ma poi lo sviluppo tecnologico della wingsuit ha fatto passi da gigante». Alla inevitabile domanda del rischio lui rispondeva sempre ricordando la sua grande esperienza di oltre 2.200 salti. La tuta alare era la sua seconda pelle. I video delle sue imprese, mentre sfiora campanili e attraversa strette gole di montagna, mentre attraversa una «cruna d'ago» formata da roccia e un anello di fuoco (la sua ultima grande impresa), spopolavano su internet con milioni e milioni di click. Le telecamerine di ultima generazione, fissate su casco e altre parti del copro offrono riprese mozzafiato.

Uli non è morto durante una delle sue imprese impossibili, ma facendo da cameraman per un amico basejumper. I due si sono lanciati assieme dalla Black Line Exit sulla Murrenfluh, sopra Lauterbrunnen.

L'altoatesino stava seguendo in volo, a pochi metri di distanza, l'amico, quando qualcosa è andato storto. Dopo una curva a destra Uli ha perso stabilità, ha iniziato ad avvitarsi, per poi schiantarsi contro la parete. Uli è morto sul colpo. La sua salma è stata recuperata dall'elisoccorso svizzero, che lo stesso giorno è intervenuto per un altro basejumper britannico di 49 ann, morto a sua volta poco più di due ore dopo l'altoatesino.


Mentre i genitori si sono messi in viaggio da Pienta di Laives, un paesino a sud di Bolzano, per riportare a casa loro figlio, sul profilo Facebook sono arrivati i primi messaggi di condoglianze. L'ultimo post Uli l'aveva pubblicato poche ore prima, documentando un lancio sulle Dolomiti a 3.100 metri. Per una tragica fatalità questa foto di un tramonto con lui pronto a lanciarsi dal balcone di roccia è stata la sua ultima.
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Il Messaggero