Udine, impiegata di banca truffa i clienti per comprarsi borse di lusso: una truffa da 2 milioni

Udine, impiegata di banca truffa i clienti per comprarsi borse di lusso: una truffa da 2 milioni
Una passione per le borse di lusso, fino ad averne ben 18, tutte di grandi griffe, da Luis Vuitton a Prada, Fendi, Chanel, The Bridge: è quella dell'impiegata di banca...

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Una passione per le borse di lusso, fino ad averne ben 18, tutte di grandi griffe, da Luis Vuitton a Prada, Fendi, Chanel, The Bridge: è quella dell'impiegata di banca di Tolmezzo (Udine) per la quale il gip di Udine ha disposto la misura cautelare dell'obbligo di dimora per una truffa ai clienti della banca che - secondo le stime degli investigatori - ammonta a due milioni di euro. Oltre alle 18 borse e a una potente Audi Q3, alla donna i Carabinieri e la Guardia di Finanza hanno sequestrato un' abitazione e altri beni per un totale di 250.000 euro.


L' impiegata è accusata dalla Procura di Udine di truffa e riciclaggio. L'indagine è partita a gennaio dalla denuncia di un anziano cliente della banca che si è lamentato per l'inspiegabile ammanco di 150 mila euro dal conto corrente. Sono venuti così alla luce i casi di diversi clienti caduti nel raggiro, soprattutto anziani ed emigranti rientrati in Italia con i risparmi di una vita di lavoro all'estero.

L'impiegata - secondo la ricostruzione degli investigatori - avrebbe carpito la fiducia dei correntisti e, prospettando loro la possibilità di effettuare proficui investimenti finanziari in titoli o azioni, si sarebbe fatta consegnare denaro contante in più tranche, che ha intascato o dirottato su altri conti correnti paralleli. La donna avrebbe anche operato materialmente sui conti dei truffati a loro completa insaputa, consegnando poi loro rendiconti fittizi con l'indicazione di irreali patrimoni e profitti. Il «libro mastro» delle operazioni, un'agenda contenente dettagli fondamentali per la ricostruzione della vicenda, è stato ritrovato da Carabinieri e Fiamme gialle in una perquisizione eseguita il 3 febbraio a casa dell'indagata, dove è stata sequestrata documentazione cartacea ed elettronica.
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Il Messaggero