L'uccisione dell'ambasciatore russo in Turchia rischia di rendere improvvisamente ancor più intricata la matassa siriana che Ankara, Mosca e Teheran tentano di...
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E finora non vi sono notizie di rinvii o cancellazione delle riunioni previste. Gli incontri in agenda hanno come obiettivo di elaborare un atteggiamento comune per il dopo-Aleppo. In particolare, Mosca punta a organizzare trattative ad Astana, in Kazakistan, tra il governo siriano e le opposizioni gradite a Damasco. I colloqui - affermano le fonti - sarebbero «aggiuntivi e non sostitutivi rispetto ai colloqui di Ginevra». Proprio da Ginevra è invece arrivato l'annuncio stasera della volontà dell'Onu di far riprendere, il prossimo 8 febbraio, i colloqui tra regime e opposizioni siriane. A dirlo è stato l'inviato speciale Onu per la Siria, Staffan De Mistura, su cui da tempo pesano voci di imminenti dimissioni, smentite dall'interessato, che si è anche rallegrato dell'approvazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza sulla presenza di osservatori Onu ad Aleppo. Da New York è arrivata la protesta ufficiale siriana che definisce la risoluzione una violazione della sua sovranità.
Ma i vertici dell'Onu assicurano che circa cento osservatori, tutti siriani, sono già presenti ad Aleppo e che possono essere dispiegati il prima possibile nei martoriati quartieri orientali.
Il Messaggero