La Trump Tower diventa Dump Tower, il "grattacielo spazzatura": ironia su Google Maps

La Trump Tower diventa Dump Tower, il "grattacielo spazzatura": ironia su Google Maps
Google Maps cambia il nome alla Trump Tower e, per qualche ora, il palazzo del tycoon appare in rete come Dump Tower, ovvero “grattacielo spazzatura”. La torre...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Google Maps cambia il nome alla Trump Tower e, per qualche ora, il palazzo del tycoon appare in rete come Dump Tower, ovvero “grattacielo spazzatura”. La torre è uno degli edifici simbolo di New York e dell’impero di Trump: 58 piani che dal 721 della Fifht Avenue si elevano al cielo. Inutile dire che i social si sono scatenati in una manciata di minuti lasciando spazio all’ironia degli internauti. Ma c’è chi si è divertito meno e non ha affatto apprezzato lo scherzo. I supporter di Mr. Donald, infatti, si sono indignati: «E Google decide di abusare nuovamente del suo potere», cinguettano. Altri, invece, che hanno trovato la faccenda abbastanza esilarante, commentano: «Ti amo Google, è un nome perfetto».


Così, l’hashtag #DumpTrump ha fatto il giro degli utenti a stelle e strisce mentre qualcuno si è messo in moto per far tornare la situazione alla normalità, almeno sulle mappe. L’autore del tiro mancino non è ancora saltato fuori ma è più che accreditata l’ipotesi che si tratti di un interno all’azienda. La modifica di un nome, infatti, è un processo manuale che necessita dell’autorizzazione di un dipendente. Quindi, per passare da Trump a Dump, c'è chi, in mezzo alle scrivanie del colosso Google, ha dato l’ok. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero