A Collegio Elettorale riunito la votazione dei grandi elettori ha confermato l'elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti superando la soglia dei 270 voti...
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Restano però i dubbi su quanto le cyberintrusioni guidate da Mosca - riconosciute dall'intelligence americana - abbiano voluto e alla fine potuto influenzare il processo elettorale. Un voto "distorto" quindi? L'ultima parola è possibile solo dopo una approfondita inchiesta del Congresso, almeno secondo un gruppo di senatori - sia democratici sia repubblicani - che chiede a gran voce la creazione di una commissione d'inchiesta a Capitol Hill. A guidare l'iniziativa sono il senatore repubblicano ed ex candidato alla presidenza John McCain (tra l'altro strenuo critico di Trump durante la campagna elettorale) e da Chuck Schumer,leader della minoranza democratica al Senato.
«Le recenti notizie di interferenze russe nelle nostre elezioni dovrebbero allarmare tutti gli americani» si legge nella lettera che il gruppo di senatori ha inviato al leader della maggioranza repubblicana Mitch McConnell il quale ritiene tuttavia che la creazione di un'apposita commissione non sia necessaria. Donald Trump, da parte sua, non ha sottoscritto l'annuncio lanciato dall'intelligence sull'ingerenza di Mosca e dalle parole del suo futuro chief of staff alla Casa Bianca, Rience Priebus, non sembra intenzionato a cambiare idea, se non quando «tutte le agenzie di intelligence mostreranno di essere giunti alle stesse conclusioni».
Per i delusi, sarebbe proprio questa forse l'ultima speranza cui aggrapparsi per scongiurare una presidenza Trump, ovvero provare - dati alla mano - che il tycoon ha vinto le elezioni grazie a quella spinta russa.
Il Messaggero