Quando partì per l’Afghanistan nel suo testamento lasciò scritto che, in caso di morte, avrebbe voluto essere sepolto in quella parte di cimitero nella quale...
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Matteo è sepolto vicino a due “ragazzi” caduti nel 1916 e nel 1917 durante la prima guerra mondiale. Tre giovani che hanno perso la vita indossando l’uniforme dello stesso Paese, in guerre così lontane e diverse. La tomba di Matteo è sobria. Ci sono una sua piccola foto, una piccola targa che ricorda che è stato insignito dal Presidente della Repubblica della medaglia d’argento alla memoria e la preghiera dell’alpino. La madre Anna non fa mai mancare i fiori freschi. C’era anche quella statuina di ferro che rappresenta una vedetta. Prima che qualcuno la spezzasse e la gettasse via. Un gesto davvero inspiegabile e gravissimo. “Purtroppo l'inciviltà, la mancanza di rispetto e l'affievolirsi dei valori sta portando ad una pericolosa deriva – ha commentato il sindaco di Thiene Giovanni Casarotto - Per questo dobbiamo ancora di più impegnarci ognuno nel nostro ruolo e nel posto che occupiamo all'interno della nostra società. Ai familiari di Matteo va tutta la mia solidarietà per questo vile atto che condanno fermamente”. “La nostra forza è quella di rimetterla al suo posto una, due, mille volte senza mai tentennare o avere dubbi, forti dei nostri ideali, sempre leali verso chi crede in noi e generosi nei confronti degli stolti, concedendo loro l'ennesima occasione di capire” ha scritto il generale Marcello Bellacicco, attuale vicecomandante delle Truppe Alpine che nel 2010 guidava il contingente italiano in Afghanistan, rivolgendosi al padre di Matteo. Unanime la condanna di questo atto deprecabile, vergognoso ed offensivo della memoria di un ragazzo che ha speso la sua vita per la sua Patria. C’è rabbia e amarezza tra i suoi famigliari, i suoi commilitoni, i suoi concittadini e tra i suoi amici che continuano a ricordarlo con un affetto che, a cinque anni dalla sua scomparsa, non si è minimamente affievolito.
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Il Messaggero