«Se l'unica risposta di fronte a questi attentati fosse solo di bombardare la Siria o altri luoghi, penso non saremmo all'altezza di una risposta». Lo ha detto...
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«Molti colleghi hanno reagito con determinazione dopo gli attacchi, hanno detto "dobbiamo combattere contro i nemici". È vero. Oppure, "dobbiamo attaccare in Siria, Medio Oriente, Africa". È vero. Ma questa non è la nostra risposta: se l'unica risposta agli attentati fosse quella di bombardare in Siria o in altri luoghi non saremo all'altezza della sfida, che è diversa, è quella di creare una risposta politica».
«L'idea di Europa oggi vive un momento molto difficile, i terroristi hanno capito molto bene questo e hanno attaccato la nostra capitale non solo in senso fisico ma anche in modo metaforico, ideale: è stato un attacco alle nostre idee, al progetto dell'Europa», ha continuato Renzi, «Se pensiamo ai nostri tempi, viviamo tempi molto difficili. L'Europa è stata colpita in modo molto duro da un attentato spaventoso, un attacco all'Europa come idea: il progetto più credibile dell'ultimo secolo, che è quello di libertà».
Ma il premier ha anche parlato di sviluppo: «Abbiamo raggiunto i risultati grazie alle riforme e adesso siamo nelle condizioni di esprimere la nostra posizione ai colleghi europei: l'Italia può lanciare un messaggio di cambiamento radicale nella direzione economica da prendere».
Renzi, ribadendo che la crescita resta la priorità ed è necessario darle impulso, ha sottolineato: «La priorità è ridurre la tassazione e nello stesso momento spingere su investimenti pubblici e privati». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero