Terrorismo, Orlando annuncia nuovi strumenti: «Intercettare anche chat sulle Playstation»

Più strumenti per «intercettare alla luce delle nuove tecnologie», «rafforzare la capacità di capire, con più traduttori» e «maggiore cooperazione tra le Procure con il...

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Più strumenti per «intercettare alla luce delle nuove tecnologie», «rafforzare la capacità di capire, con più traduttori» e «maggiore cooperazione tra le Procure con il supporto dell'informatica». Queste le tre necessità emerse dal vertice sul terrorismo convocato dal ministro Orlando a pochi giorni dall'avvio del Giubileo.

«Per fare questo - ha detto il ministro Orlando - occorrono risorse di cui disponiamo. Avevamo già deciso di investire quest'anno 150 milioni di euro per il rafforzamento dei sistemi informatici». Più tecnici - ha detto Orlando - e più «mediatori culturali all'interno delle carceri, per impedire quelle forme di radicalizzazione che in altri Paesi si sono sviluppate proprio in quel contesto».

E su questo punto ha annunciato un emendamento alla legge di stabilità per destinare nuove risorse. Quanto al «potenziamento amministrativo», ha ricordato che a fine mese arriveranno 500 persone, parte della procedura di mobilità per 4000 unità. Il ministro ha definito le minacce di attacchi terroristici una «questione preoccupante, che consiglia un monitoraggio costante», per questo - ha spiegato - i vertici al ministero «si ripeteranno per verificare la tenuta sia sul piano amministrativo che normativo delle scelte compiute».


«La rete - ha sottolineato Orlando - offre numerose opportunità di comunicazione, nelle indagini antiterrorismo è stato segnalato anche l'uso delle playstation, per questo ogni forma di messaggio va monitorata con nuovi strumenti».

A livello europeo,
«stiamo chiedendo di dare vita ad una procura europea antiterrorismo» ma «questa posizione è minoritaria a livello Ue», ha aggiunto il ministro della Giustizia. Su questo è quindi necessaria una «battaglia politica».


«Resta grave, però, che ancora non emerga in Europa questo indispensabile salto di qualità nella lotta al terrorismo internazionale e che la risposta in termini di cooperazione dentro la Ue non sia ancora all'altezza delle sfide che abbiamo di fronte». Una battaglia persa, dunque? «Temo di sì, ma spero proprio di no...», risponde Orlando. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero