Il terrorismo dopo l'11 settembre: gli attentati in “casa nostra”

Dal 2001 la violenza è scesa in strada e mietuto centinaia di vittime
Era il 2001 ma per il fondamentalismo islamico era già un altro tempo. Era l’anno zero per un Occidente che, sotto le macerie delle Torri Gemelle, ha iniziato a...

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Era il 2001 ma per il fondamentalismo islamico era già un altro tempo. Era l’anno zero per un Occidente che, sotto le macerie delle Torri Gemelle, ha iniziato a piangere le vittime della jihad. Dopo l’attacco al cuore di New York, tre anni di silenzio, poi la strage dei treni di Madrid e, ad intervalli più o meno lunghi, quelle di Londra, Bruxelles e Parigi. Eppure la scia di sangue lontano da “casa nostra” miete costantemente vittime (nel post World Trade Center parliamo di cifre a tre zeri) in Indonesia, India, Kenya, Tunisia, Turchia, Egitto, Libano: un filo rosso che tesse storie così simili a Londra, Nizza, Berlino eppure più lontane nella percezione del terrore. Perché quando l’Isis colpisce in Europa, la catena umana si stringe sui social con gli hashtag Pray for Paris o Pray for Bruxelles e la paura che domani possa toccare anche a noi si fa più forte.

 
11 marzo 2004, Madrid: dieci zaini riempiti di esplosivo vengono fatti esplodere in quattro diverse stazioni. 191 morti e più di 2mila dispersi;
7 luglio 2005, Londra: quattro attacchi kamikaze all'ora di punta a bordo di tre treni della Tube e di un bus a due piani. 56 morti e 700 feriti;
24 maggio 2014, Bruxelles: 29enne armato apre il fuoco nel museo ebraico della capitale belga. 4 morti;
7 febbraio 2015, Parigi: due uomini fanno irruzione nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, situato a pochi metri dalla Bastiglia, e aprono il fuoco «nel nome di Allah». 12 morti tra cui 8 vignettisti;
14 febbraio 2015, Copenhagen: spari durante un convegno sull’Islam e sulla libertà di espressione nel bar caffè Krudttøenden alla presenza dell’artista Lars Vilks, autore di molte caricature di Maometto e organizzatore dell’incontro. 1 morto e 3 feriti;
 

13 novembre 2015, Parigi: i terroristi colpiscono in diverse zone, l’area dello Stade de France dove è in corso l’amichevole Francia-Germania, ristoranti e bar nel decimo e undicesimo arrondissement e la sala concerti Bataclan, soldout per il concerto degli Eagles of Death Metal. 130 morti e 350 feriti;
22 marzo 2016, Bruxelles: due esplosioni nella sala partenze dell'aeroporto di Bruxelles-National, una vicino ai banchi di accettazione delle compagnie American Airlines e Brussels Airlines e l'altra vicino ad una caffetteria Starbucks. Un terzo ordigno esplode poche ore dopo nella metropolitana di Maalbeek, nel vagone centrale del convoglio. 32 morti e 340 feriti;
11 giugno 2016, Orlando: armato di fucile, 29enne si barrica per quattro ore nel nightclub gay “Pulse” e apre il fuoco (poi viene ucciso dalle forze speciali intervenute). 49 morti e 53 feriti;
14 luglio 2016, Nizza: mentre sulla Promenade des Anglias il pubblico ammira i fuochi d’artificio in occasione della presa della Bastiglia, un 31enne di origine tunisina abbatte le barriere di arresto al traffico del lungomare e si lancia sulla folla a bordo di un tir frigorifero a noleggio. Durante la corsa spara colpi di arma da fuoco. 84 morti e 200 feriti;
18 luglio 2016, Heidingsfeld: 17enne sale a bordo di un treno regionale armato di ascia e coltello e colpisce i passeggeri. 5 feriti;
22 luglio 2016, Monaco: spari sulla folla nei pressi del centro commerciale Olympia-Einkaufszentrum, l’OEZ. Dopo l’attacco, l’attentatore, un cittadino tedesco-israeliano di 18 anni, si è suicidato. 9 morti e 35 feriti;
25 luglio 2016, Ansbach: rifugiato siriano di 27 anni si fa esplodere durante un festival musicale. 12 feriti;
2 ottobre 2016, Rouen: attacco nella chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray. Due aggressori sgozzano il sacerdote Jacques Hamel e prendono in ostaggio tre fedeli. 1 morto.
19 dicembre 2016, Berlino: un tir nero, simile a quello della strage di Nizza, si lancia sulla folla che passeggia nel mercatino di Natale nel quartiere di Charlottenburg, vicino alla Chiesa del Ricordo. 12 morti e 48 feriti;
22 marzo 2017, Londra: un’auto travolge la folla davanti al Parlamento e si schianta contro un cancello all’esterno della camere dei Comuni. Dopo aver travolto decine di persone sul ponte di Westminster, l’autista scende armato di coltello cercando di colpire i passanti. Riesce a sgozzare un agente di polizia. 5 morti e 49 feriti;
3 aprile 2017, San Pietroburgo: un ordigno “artigianale” contenente circa 300 grammi di tritolo esplode nella metropolitana tra le stazioni Teknologhiceskij Institut e Sennaya Ploshad della linea blu, la numero 2. 14 morti e 47 feriti;
7 aprile 2017, Stoccolma: un camion si fionda a tutta velocità sui passanti sull’arteria pedonale Drottninggatan, dedicata allo shopping, poi si schianta contro la vetrina di un supermercato. 5 morti e 15 feriti;
20 aprile 2017, Parigi: sull'Avenue des Champs-Élysées, vicino all'Arco di Trionfo, un uomo ha aperto il fuoco contro degli agenti di polizia. 1 morto e due feriti;
19 giugno 2017, Londra: un furgone piomba su un gruppo di fedeli musulmani a Finsbury Park, a nord della città, vicino ad una moschea dalla quale stavano uscendo le persone dopo le preghiere del Ramadan. 1 morto;
22 maggio 2017, Manchester: una bomba “farcita di chiodi” viene fatta esplodere nella Manchester Arena al termine del concerto di Ariana Grande. 22 morti e 122 feriti;
3 giugno 2017, Londra: un furgoncino bianco sulla folla nel cuore della capitale britannica. Il veicolo piomba sul London Bridge e sterza per falciare i passanti e schiantarsi contro il “Barrowboy and Banker Pub”. Usciti dal veicolo, nella folle corse verso Borough Market, gli aggressori accoltellano i passanti. 8 morti e 48 feriti;
17 agosto 2017, Barcellona: un camioncino Fiat Talento bianco investe la folla sulla Rambla, vicino a Plaza Cataluña. Sono le 5 del pomeriggio, l’autista fugge. Il veicolo era stato noleggiato presso Santa Perpètua de Mogoda insieme ad un furgoncino simile considerato un veicolo in fuga e ritrovato in un sottopassaggio alle 19 a Vic. 16 morti e 130 feriti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
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Il Messaggero