Il premier canadese Justin Trudeau è arrivato ad Amatrice. Trudeau è giunto in elicottero ed è accompagnato dal ministro degli Esteri, Angelino Alfano, e dal...
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«Sono qui per dimostrare l'amicizia con il popolo italiano. La comunità italo-canadese e anche tutta la popolazione canadese è stata molto colpita da quanto successo qui e vogliamo esprimere vicinanza», ha detto Trudeau durante la visita. Il premier canadese è stato accolto, all'inizio di corso Umberto I, dal sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi.
Trudeau, dopo aver pranzato con il sindaco Pirozzi all'interno dell'area food nella frazione di Villa San Cipriano, ha lasciato Amatrice in elicottero per raggiungere Roma. Il premier canadese, insieme a sua moglie Sophie, ha voluto mangiare due varianti di pasta all'amatriciana, una bianca e una rossa, e altri prodotti tipici locali che ha ricevuto anche in dono. Trudeau, tra l'altro, proprio oggi festeggia il suo anniversario di matrimonio.
«Ringrazio la grande solidarietà del popolo canadese. La presenza del premier Trudeau oggi qui ad Amatrice è un grande regalo per la mia comunità. Mi piacerebbe che il Canada ricostruisse il nostro Municipio», ha detto il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. «Mi farebbe immensamente piacere se il Canada realizzasse la nostra nuova casa comunale, che oggi non c'è più. Sarebbe un passaggio ideale nell'amicizia che c'è all'interno della comunità canadese».
«Ieri ho fatto un giro sulle aree dove stanno lavorando le ditte che hanno avuto l'appalto dalla Regione e sono rimasto un po' male perché in pochi stavano lavorando. Sono arrabbiato con chi non stava lavorando perché è vero che c'è un contratto ma qui è in gioco la solidarietà dell'Italia e se una ditta rinuncia a un 1 o due per cento di utile farebbe quello che sta facendo tutta l'Italia per queste aree», ha continuato Pirozzi, «Ho fatto una white list e una black list perché chi lavora in queste aree deve farlo con il cuore o non per il profitto, altrimenti i tempi si dilatano ed è difficile mantenere alta la speranza della comunità. Le ditte facciano le ditte ma lavorino con il cuore perché le case sono la vera emergenza. C'è chi lavora anche la domenica e a queste ditte va il mio plauso. Agli altri tiro le orecchie, anche se non dovrei farlo io perché c'è un direttore dei lavori della regione. Martedi c'è la partita del cuore: facciamo le ditte del cuore e diciamo al mondo chi lavora col cuore e chi no». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero