L'esperto. Il terremoto di magnitudo 5,4 avvenuto oggi nella zona compresa tra Perugia e Macerata è collegato a quello avvenuto il 24 agosto nel Reatino. Lo ha detto...
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«Il terremoto - ha proseguito Amato - è avvenuto nel bordo settentrionale toccato dalla sequenza sismica attiva da due mesi». È ancora presto per ulteriori analisi, ha aggiunto il sismologo Alessandro Amato, e «al momento possiamo dire che il terremoto è avvenuto su un'altra struttura collegata a quel sistema di faglie». Secondo le prime analisi la nuova struttura attivata si troverebbe qualche chilometro più a Nord della faglia attivata il 24 agosto.
«Il terremoto di oggi ha perturbato ulteriormente il volume crostale e nelle prossime ore sono possibili altre scosse perchè quelle del sisma di oggi potrebbero sommarsi a quelle del proseguimento della perturbazione del 24 agosto», ha detto il sismologo Massimo Cocco, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Nuova faglia. Una prima «ipotesi, se verranno confermate le prime informazioni, è che si tratti dell'attivazione di una nuova faglia, probabilmente legata verso Nord a quella che ha generato la scossa dello scorso agosto». Lo afferma Paolo Messina, direttore dell'Igag-Cnr (Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche), sulla forte scossa di terremoto percepita in tutta l'Italia centrale.
Scossa che, secondo l'esperto, «rientra, purtroppo, in una dinamica possibile quando si verificano fenomeni come quello che ha avuto il suo momento di più tragico impatto lo scorso 24 agosto. Siamo ancora a pochi minuti dai fatti e quindi restano da definire con notizie più precise l'epicentro e la profondità dell'ipocentro».
Effetto domino. Ogni terremoto di una certa energia può generare una sorta di 'effetto dominò: la faglia che si è messa in movimento nel sisma di oggi ha risentito probabilmente dell'energia caricata dall'evento che nell'agosto scorso ha interessato il Reatino. La zona colpita oggi è, infatti, come tutto il sistema di faglie dell'Italia centrale, estremamente complessa. La probabilità che una sequenza sismica possa finire per attivare faglie vicine è nota, ma i sismologi non si stancano di ripetere che è impossibile fare qualsiasi previsione su quando e dove possa avvenire una nuova rottura. Certamente alcune zone, come quelle dell'Appennino centro-meridionale, hanno una maggiore probabilità che avvengano i terremoti rispetto ad altre aree.
Oltre che dal luogo, la probabilità dipende anche dal tempo: dopo un forte terremoto, la perturbazione indotta sulle altre faglie aumenta la probabilità che avvengano altri forti terremoti.
Il Messaggero