Milano, tassista ucciso: il pm chiede 13 anni di carcere per l'aggressore

Milano, tassista ucciso: il pm chiede 13 anni di carcere per l'aggressore
Il pm di Milano Maria Teresa Latella ha chiesto una condanna a 13 anni di carcere per Davide Guglielmo Righi accusato di omicidio preterintenzionale per aver ucciso il tassista...

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Il pm di Milano Maria Teresa Latella ha chiesto una condanna a 13 anni di carcere per Davide Guglielmo Righi accusato di omicidio preterintenzionale per aver ucciso il tassista milanese Alfredo Famoso dopo una lite di viabilità lo scorso 23 febbraio. Secondo l'accusa, quando il tassista era sceso, l'uomo gli aveva lanciato una confezione di bottiglie d'acqua contro il volto. Il tassista era caduto a terra sbattendo la testa ed era morto dopo due giorni di coma. Al termine della sua requisitoria, davanti ai giudici della prima Corte d'Assise di Milano, il pm ha chiesto anche di non riconoscere a Righi, consulente informatico di 49 anni, né l'attenuante della provocazione, né le attenuanti generiche. Secondo il pm , infatti, «siamo in un contesto di fatti molto gravi commessi in relazione ad una mancata precedenza che non era così grave».




Stando a quanto accertato dalle indagini del procuratore aggiunto Alberto Nobili e del pm Latella, quando il tassista, infatti, non si era fermato prima delle strisce pedonali in via Morgagni per far passare Righi e la sua compagna incinta di nove mesi, l'uomo aveva subito scagliato una confezione con quattro bottiglie d'acqua contro la macchina. E poi, sempre secondo l'accusa,quando il tassista era sceso, aveva lanciato la confezione contro il volto dell'uomo. L'autopsia ha accertato che la causa della morte (avvenuta il 25 febbraio scorso, dopo due giorni di coma) è stata un gravissimo trauma cranico legato alla caduta a terra, dopo che l'uomo era stato colpito al volto. Righi è imputato di omicidio preterintenzionale sia con l'aggravante dei futili motivi che con quella della recidiva, a causa dei suoi precedenti penali per furto, violenza privata, molestie, disturbo alle persone e ingiuria, commessi tutti nel 2006.
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Il Messaggero