Tajani: «Berlusconi sarà ancora il candidato». E si tiene stretto Salvini

Verso le elezioni nazionali
A Fiuggi quando si era levato il coro adorante verso Silvio Berlusconi («Un presidente, c'è solo un presidente») il Cav aveva risposto: «che si chiama...

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A Fiuggi quando si era levato il coro adorante verso Silvio Berlusconi («Un presidente, c'è solo un presidente») il Cav aveva risposto: «che si chiama Antonio Tajani». E così aveva introdotto il presidente del Parlamento europeo, organizzatore della manifestazione. Antonio Tajani, appunto. Tutti guardano a lui, ma i sovranisti Salvini e Meloni no,  come possibile candidato premier del centrodestra se Berlusconi non dovesse essere riabilitato politicamente dalla corte europea. 


Ma anche oggi Tajani, a margine di un incontro alla scuola politica della Lega Nord a Milano, ha ricevuto le stesse domande sul suo futuro. E lui dà la stessa risposta: «Sono presidente del Parlamento europeo e voglio continuare a farlo. Sono convinto che la corte di Strasburgo darà ragione a Berlusconi, quindi non c'è bisogno di andare a cercare nessun candidato perché sono convinto che il candidato sarà ancora una volta Berlusconi». 


Però intanto dei rapporti interni alla coalizione Tajani parla eccome. E lo fa da candidato premier ombra. Con Matteo Salvini «ho buoni rapporti, possiamo aver avuto posizioni diverse sull'euro o sull'Europa ma questo non vuol dire che i rapporti personali siano intaccati» e «non c'è nessuno screzio», dice Tajani per cui  tra Lega e Forza Italia c'è «un rapporto positivo, le differenze che esistono rappresentano una risorsa, la coalizione non vuol dire essere identici e fare un unico partito ma abbiamo un unico comune denominatore, la lotta alla burocrazia e all'oppressione fiscale». «L'Europa così com'è non va, va cambiata - ha aggiunto Tajani - alcuni trattati vanno modificati e l'Italia deve contare di più: su questi temi c'è una sostanziale identità, quindi sono abbastanza ottimista» . Per il presidente del Pe, «l'unità del centrodestra si è dimostrata sempre come elemento vincente, è successo ora in Sicilia e accadrà in occasione delle prossime elezioni politiche, regionali e amministrative. L'unita è dietro l'angolo e sono convinto che alla fine l'Italia avrà un governo di centrodestra». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero