Migranti, Italia meno sola dopo il vertice di Parigi

Migranti, Italia meno sola dopo il vertice di Parigi
ROMA Un po' meno sola si dovrebbe sentire l’Italia dopo il vertice di Parigi sull’immigrazione. Un successo è per Paolo Gentiloni già il fatto di...

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ROMA Un po' meno sola si dovrebbe sentire l’Italia dopo il vertice di Parigi sull’immigrazione. Un successo è per Paolo Gentiloni già il fatto di ritrovarsi a discutere di migranti nella capitale francese con i leader di Francia, Germania e Spagna, con Federica Mogherini in rappresentanza dell’Unione europea, e dei capi di stato e di governo di Ciad, Niger e Libia. 


Un format che il governo italiano insegue da tempo perché mette intorno ad un tavolo i paesi di testa dell’Unione con i due principali paesi dai quali provengono i migranti economici che ormai compongono la maggior parte dei flussi. Inoltre c’è la Libia di Serraj, e non Haftar, in rappresentanza del paese dalla quale partono i migranti e che da tempo insegue una sua stabilizzazione interna spesso compromessa da unilaterali iniziative.

Fermare il traffico di migranti partendo dai paesi che li originano è la linea sostenuta dall’Italia e che l’Europa fa propria nel documento conclusivo del summit dove si valuta positivamente il codice di condotta per le Ong e viene assicurato il sostegno ai progetti di sviluppo destinati ai paesi dell’Africa che originano i maggiori flussi. È per questo che a Parigi sono stati invitati anche il presidente del Niger Mahamadou Issoufou e il presidente del Ciad Idriss Deby Itno. 

Nessuna novità sull’utilizzo dei porti dei paesi Ue dove far sbarcare i migranti in modo da alleggerire la pressione su Italia o Grecia. Sullo sfondo resta anche la questione della revisione degli accordi di Dublino che l’Italia, appoggiata dalla Germania, sollecita ma che viene vista come il fumo,negli occhi dai paesi dell’est Europa.

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Il Messaggero