Strage Orlando, sui campi di Euro 2016 nemmeno un minuto di silenzio per ricordare le vittime

Strage Orlando, sui campi di Euro 2016 nemmeno un minuto di silenzio per ricordare le vittime
La peggiore strage della storia americana in Europa non vale nemmeno un minuto di silenzio. Cinquanta morti in un locale notturno, proprio come accadde a Parigi, in un quel...

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La peggiore strage della storia americana in Europa non vale nemmeno un minuto di silenzio. Cinquanta morti in un locale notturno, proprio come accadde a Parigi, in un quel Bataclan il cui nome, una volta associato a festosi ed emozionanti concerti rock, oggi ci fa venire i brividi. Lì, in quella maledetta sera del 13 novembre 2015, i morti furono 93. Vite spezzate dalla furia omicida di un commando dell'Isis che si accanì sulla folla inerme a colpi di kalashnikov. Una strage per la quale, giustamente, nei giorni seguenti si sono moltiplicati i tributi, i cortei, le fiaccolate, le manifestazioni di cordoglio.


Ieri una carneficina simile è successa a qualche migliaio di chilometri di distanza, in Florida. A sparare, in un frequentatissimo gay club di Orlando, un uomo che aveva le stesse folli motivazioni (se così si possono chiamare) dei killer di Parigi. Eppure l'Europa dello sport, che proprio in quella Francia così profondamente segnata dal terrorismo islamico sta celebrando in un'atmosfera blindata i Campionati Europei di calcio, sembra essere rimasta indifferente. Prima della partita serale di ieri, che vedeva scontrarsi Germania e Ucraina, non è stato tributato nemmeno un minuto di silenzio. Nemmeno un accenno, niente.

Eppure dall'altra parte dell'oceano lo sport si è fermato eccome. In Copa America, tifosi e giocatori brasiliani e peruviani, prima della partita che ha poi sancito l'eliminazione dei verdeoro, hanno osservato, abbracciati, un minuto di silenzio. Stessa cosa è accaduta nei match della MLB, la lega di baseball.

Ma qui niente. Come se le stragi e il terrorismo ormai facessero davvero parte della quotidianità, come se non rappresentassero più un'eccezione per cui è necessario fermarsi, almeno un minuto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero