Sprechi alimentari, obiettivo recuperare una tonnellata di cibo

Sprechi alimentari, obiettivo recuperare una tonnellata di cibo
L'Italia sprecona anche in tempi di crisi economica, con un carrello della spesa del valore di 12 miliardi di euro che ogni anno finisce nella spazzatura, prova...

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L'Italia sprecona anche in tempi di crisi economica, con un carrello della spesa del valore di 12 miliardi di euro che ogni anno finisce nella spazzatura, prova a girare pagina. Entra in vigore da oggi la legge contro gli sprechi che renderà più semplice donare cibi in eccedenza o farmaci mal etichettati agli indigenti. Anche nei ristoranti sarà sdoganata la family bag e diventerà una consuetudine chiedere a fine pasto una sportina - proposta spesso in versioni di design e con materiale ecologico - per consumare a casa vino e pietanze ordinate in eccesso. Soddisfazione è stata espressa dal presidente del consiglio Matteo Renzi che, parlando oggi agli studenti del nuovo Polo scolastico Mondovì Piazza (Cuneo), ha sintetizzato: «vuol dire che non bisogna buttare via».


«Obiettivo del provvedimento - ha sottolineato il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina - è recuperare una tonnellate di alimenti l'anno, con priorità della destinazione agli indigenti. Si tratta - ha commentato su Facebook - di una delle più belle e concrete eredità di Expo Milano 2015, la dimostrazione che si può passare dalle parole ai fatti, proprio come ci siamo impegnati a fare con la Carta di Milano. Nel nostro Paese sprechiamo ancora troppo, ma adesso abbiamo uno strumento in più per ridurre questi numeri e avvicinarci all'obiettivo di recuperare 1 milione di tonnellate di cibo all'anno, donandole a chi ne ha bisogno attraverso il lavoro insostituibile degli enti caritativi».

La legge, ha precisato la prima firmataria Maria Chiara Gadda (Pd), è pensata per aumentare la consapevolezza dei consumatori su quanto viene buttato al macero. Per questo, semplifica le procedure burocratiche per le donazioni da parte di enti pubblici e esercizi privati, quindi anche bar, mense e ristoranti, oltre che supermercati e aziende agricole. Distinguendo la data di scadenza (oltre la quale il cibo non è più commestibile) dalla data entro cui è preferibile consumare il cibo, la norma specifica che i prodotti con indicato «da consumarsi preferibilmente», potranno essere donati fino a 30 giorni dopo la data indicata.


Quanto ai farmaci permette che possano essere donati quelli "mal etichettati", qualora l'errore di etichettatura non riguardi scadenza e possibili effetti avversi. Prevede infine agevolazioni fiscali per chi dona, campagne informative antispreco nelle scuole e istituisce il Fondo nazionale per la ricerca scientifica finalizzata alla limitazione degli sprechi. 


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Il Messaggero