Spagna, strage di studenti Erasmus sul bus: 13 ragazze morte, 7 italiane

MADRID - Una gita a Valencia per assistere alle Fallas finita in una strage: 13 studentesse del programma Erasmus, fra le quali 7 italiane, sono rimaste uccise nello schianto...

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MADRID - Una gita a Valencia per assistere alle Fallas finita in una strage: 13 studentesse del programma Erasmus, fra le quali 7 italiane, sono rimaste uccise nello schianto mortale dell'autobus sul quale rientravano a Barcellona. L'incidente è avvenuto sulla nazionale AP-7, all'altezza di Freginals, in Catalogna. Giovani vite spezzate. Le vittime tutte fra i 20 e i 29 anni. In 57 erano a bordo, 34 i feriti, 3 in stato critico, 9 gravi. Sono stati smistati in cinque ospedali di Barcellona, Tarragona, Castellon e Tortona, dove, all'Hotel Corona è stato allestito un centro di accoglienza delle famiglie e degli studenti sopravvissuti e sotto choc, assistiti da una cinquantina di psicologi e infermieri della Croce Rossa. 

 

Una ventina i paesi di provenienza dei partecipanti al programma europeo di scambi internazionali, che viaggiavano sull'autobus della morte. Uniti nel dolore: «Il pullman ha sbandato paurosamente. Subito lo schianto, le grida, il panico», racconta Dennis, olandese di 23 anni, studente di management a Barcellona, che assicura di essere rimasto con gli altri «almeno due ore sul luogo dell'incidente» prima dell'arrivo dei soccorsi.

VENTI EURO PER PARTECIPARE
Avevano pagato 20 euro a testa per l'escursione di 24 ore a Valencia – per assistere sabato alla «Nit de la cremá», l'evento finale delle Fallas, con i falò dei Ninots, mangiare paella e visitare la città del Turia. Il pullman coinvolto nell'incidente era l'ultimo di una colonna di 5 autobus della ditta di Alejandro Lopez, contrattati per la gita, ripartiti ieri alle 4 del mattino dalla città del Turia e diretti a Barcellona. «Prima di arrivare al ponte sul fiume Ebro ho perso di vista il mio compagno che circolava in quinta posizione e ho cominciato a insospettirmi», ha spiegato il proprietario dell'impresa, conducente di uno dei bus. «Sospettavo qualcosa di grave». Ma è stato solo mezz'ora dopo, all'arrivo a Barcellona degli altri autobus, che un messaggio di whatsapp scritto a un compagno da uno degli studenti sopravvissuti all'incidente, che è scattato l'allarme. Possibile «errore umano», l'ipotesi confermata dal “ministro” dell'Interno del governo catalano, Jordi Jané. Forse un fatale colpo di sonno. All'altezza del km 333 dell'AP-7, dopo l'impatto con guardrail a destra della carreggiata, l'autista avrebbe sterzato bruscamente a sinistra e perso il controllo del pullman, che ha invaso la corsia opposta, ha impattato con un'auto che proveniva in direzione sud, e si è ribaltato.

LE DUE GRU DEI VIGILI

Due gru dei vigili del fuoco hanno lavorato ore per districare le lamiere e consentire il recupero dei corpi delle vittime. Mobilitati 17 medici forensi per l'identificazione dei corpi, che è stata possibile solo incrociando il dna con quelli dei familiari condotti a Tortosa. I nostri connazionali assistiti dal console italiano a Barcellona. Ma solo in serata, la tragica conferma della Farnesina che sette studentesse italiane avevano perduto la vita. Con il messaggio di cordoglio via twitter del premier Renzi alle famiglie: «Ho il cuore spezzato per le vittime italiane e per le altre giovani vite distrutte nell'incidente in Spagna». L'autista, 47 anni, risultato negativo ai test di alcol e droga e interrogato ieri dalla polizia, comparirà oggi davanti al magistrato di Amposta, imputato di 13 omicidi colposi. «Ha 30 anni di esperienza alla guida e non ha mai avuto un incidente», assicurano i colleghi. «Una scena da brivido, dantesca», ricorda il sindaco di Freginals, fra i primi ad accorrere sul luogo dello schianto, avvenuto «al maledetto km 333, un “punto nero” di particolare pericolosità». Proprio sabato, l'ultimo blocco stradale degli abitanti nella zona per segnalare i rischi provocati dal pessimo stato viario di quel tratto della nazionale AP-7.
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Il Messaggero