L'Isis a Sirte è «al collasso», «accerchiato» e «non può più fuggire né per mare né per terra, tutte le vie di...
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Oramai «Daesh si è ridotto sensibilmente ed è al collasso, non può più fuggire». Per oltre un anno l'Isis ha dettato legge a Sirte, imponendo divieti, giustiziando barbaramente i trasgressori in base alla legge islamica, con un'interpretazione della sharia che però è respinta dalla stragrande maggioranza del mondo musulmano. La gran parte dei civili ha già lasciato la città e le infrastrutture sono in stato di totale abbandono. Esperti si chiedono quale sarà il futuro di Sirte - una volta cacciati definitivamente i jihadisti - e non escludono che possa riaprirsi una seconda battaglia politica, per il suo controllo. Le divisioni fra le autorità del Paese non aiutano. Tobruk - che sostiene il generale Khalifa Haftar - non ha ancora conferito la fiducia al Consiglio presidenziale di Tripoli, la cui «popolarità - ha ammesso oggi Kobler al giornale "Neue Zercher Zeitung" - si sta sgretolando per le difficoltà crescenti, a partire dai continui blackout e dalla svalutazione della moneta locale che penalizza le importazioni delle materie prime». In questo contesto preoccupano anche le milizie islamiste legate ad al Qaida. A Derna l'esercito libico si scontra quasi quotidianamente con il Consiglio della Shura dei mujaheddin, una coalizione di islamisti vicini alla rete del terrore e che in passato hanno combattuto l'Isis Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero