Sirte «porto Is verso Roma», scritta choc su muro della città

Sirte «porto Is verso Roma», scritta choc su muro della città
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Venerdì 12 Agosto 2016, 17:34 - Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 12:19

L'Isis a Sirte è «al collasso», «accerchiato» e «non può più fuggire né per mare né per terra, tutte le vie di fuga sono chiuse». La battaglia finale per la conquista della città è oramai nella fase finale, hanno confermato le milizie. Sui muri dell'ormai ex roccaforte dei jihadisti devastata restano le inquietanti scritte del passato: «Questo è il porto marittimo dello Stato islamico, il punto di partenza verso Roma... con il permesso di dio».

 
Un messaggio sinistro impresso in nero a caratteri cubitali su un muro per intimidire ed invogliare a nuove azioni terroristiche. Lo hanno fotografato i miliziani che procedono nell'avanzata eliminando da strade e palazzi le bombe trappola. Sui cieli i bombardamenti americani non hanno concesso tregua: ieri sono stati cinque, 41 dal primo agosto. Ma l'inviato Onu Martin Kobler ha messo in guardia: «I raid aerei Usa non possono sconfiggere l'Isis. La lotta deve essere condotta dai libici e realizzata con truppe di terra», ha avvertito, invitando tutti i gruppi del Paese a sostenere Sarraj. Le testimonianze della battaglia sono immortalate nelle foto dei soldati di Tripoli e Misurata. Ritraggono palazzi distrutti, alcuni pick-up, tank e soldati che marciano equipaggiati con fucili ed in tuta mimetica o mentre festeggiano le aree riconquistate, come la zona del centro Ouagadougou, l'ex quartier generale dell'Isis, ormai distrutto. «Le forze al Bonyan al Marsous proseguono nell'accerchiamento dei quartieri 1, 2 e 3 - ha annunciato il generale Mohamed al Ghasri, portavoce delle milizie - e i guardia coste sono dispiegati sul litorale».

Oramai «Daesh si è ridotto sensibilmente ed è al collasso, non può più fuggire». Per oltre un anno l'Isis ha dettato legge a Sirte, imponendo divieti, giustiziando barbaramente i trasgressori in base alla legge islamica, con un'interpretazione della sharia che però è respinta dalla stragrande maggioranza del mondo musulmano. La gran parte dei civili ha già lasciato la città e le infrastrutture sono in stato di totale abbandono. Esperti si chiedono quale sarà il futuro di Sirte - una volta cacciati definitivamente i jihadisti - e non escludono che possa riaprirsi una seconda battaglia politica, per il suo controllo. Le divisioni fra le autorità del Paese non aiutano. Tobruk - che sostiene il generale Khalifa Haftar - non ha ancora conferito la fiducia al Consiglio presidenziale di Tripoli, la cui «popolarità - ha ammesso oggi Kobler al giornale "Neue Zercher Zeitung" - si sta sgretolando per le difficoltà crescenti, a partire dai continui blackout e dalla svalutazione della moneta locale che penalizza le importazioni delle materie prime». In questo contesto preoccupano anche le milizie islamiste legate ad al Qaida. A Derna l'esercito libico si scontra quasi quotidianamente con il Consiglio della Shura dei mujaheddin, una coalizione di islamisti vicini alla rete del terrore e che in passato hanno combattuto l'Isis

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